Il quartiere industriale di Rende, baricentrico rispetto all’area urbana usufruendo di 3 ingressi, è uno dei più importanti della Calabria, sia per estensione (500 ettari) che per numero di imprese presenti (300 circa). «Nonostante sia una realtà così importante possiamo affermare, senza tema di smentita, che la stessa è trascurata dall’Amministrazione comunale e considerata solo una sorta di bancomat per le casse comunali», spiega il commissario cittadino Idm, Francesca Cufone. «Ancora si è in attesa del collegamento diretto con lo svincolo autostradale ed anche con la zona universitaria e ad oggi necessita di una serie di interventi migliorativi sia infrastrutturali (strade, reti fognarie, ecc.) che di servizi (trasporti, sicurezza, ecc.)».
Per la verità è stato istituito, negli anni scorsi, un consorzio per lo sviluppo dell’area industriale, promotore di una serie di iniziative, in sinergia con gli enti pubblici e con altri soggetti istituzionali, mirati alla risoluzione dei problemi esistenti ed all’ottimizzazione del funzionamento dell’area. Ma «in sostanza, nel corso degli anni, nulla è cambiato», assicura la Cufone. Che rilancia: «L’area industriale resta meta di passerelle da campagna elettorale per poi cadere nel dimenticatoio subito dopo». A breve forse cambierà la toponomastica in memoria degli imprenditori locali scomparsi, ma «per il resto non c’è stato alcun intervento migliorativo: una totale carenza di servizi rende meno attrattiva l’area, unitamente all’eccessiva imposizione tributaria da parte del Comune, il che rende difficile anche a chi già opera sul territorio, restare».
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