“Cosa succede in città?”. Nel pomeriggio diverse associazioni “coordinate” “da AttivaRende si incontreranno in piazza per discutere e trovare una risposta alla domanda posta. In sintesi, nel documento pubblicato qualche giorno prima, la richiesta è quella delle dimissioni degli amministratori in carica per «salvare la città». Sono proprio gli attuali amministratori però ad anticipare temi e difese. In un lungo comunicato fanno esporre il Laboratorio Civico, che è il movimento più vicino alla macchina amministrativa ed al sindaco Manna, per contrattaccare: «È vero: dobbiamo ammetterlo, abbiamo un’altra cultura e una diversa sensibilità politica». «Non abbiamo mai puntato il dito per ragioni giudiziarie contro nessuno – sostengono dal Laboratorio –. O meglio, mai ha provato a sfruttare disavventure giudiziarie per fini politici. Rappresentiamo la politica dei valori, quella che non richiama e non enfatizza il potere giudiziario, ma anzi rivendica l’autonomia e l’autorevolezza della politica rispetto al potere dei giudici».
Una scelta di impostazione perseguita, dicono, con altre inchieste giudiziarie del passato che hanno coinvolto altri amministratori. La ragione delle dimissioni? «L’inchiesta, per AttivaRende, dimostra il degrado della città». Per il Laboratorio, invece, «Rende è tra le città più sane da un punto di vista sociale, culturale ed economico di tutto il sud d’Italia. Merito di una politica lungimirante, fatta di progetti, di motori attrattivi, di inclusività», assicurano.
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