L’obiettivo, misto a speranza, è quello di ricompattare il gruppo, renderlo più unito e maggiormente vicino alle esigenze dell’elettorato.
Potrebbe nascondersi in tali manchevolezze la batosta incassata dal Partito democratico nei collegi Cosentini alla competizione dello scorso 25 settembre, chiamata a rinnovare il Parlamento, dove il Pd, appunto, ha fallito, a queste latitudini, persino la possibilità di spedire tra gli scranni di Camera e Senato un rappresentante di riferimento, lasciando semi-scoperto un territorio sempre prodigo di preferenze verso il centrosinistra in generale.
E così l’esame del voto si è trasformata in una sorta di rimpallo di responsabilità e accuse reciproche. L'immagine rugosa e triste da lasciarsi subito alle spalle e dalla quale ripartire per risollevare le sorti di uno schieramento politico capace di tenere lontana dalle urne una cospicua fetta di simpatizzanti. All’analisi critica, franca, diretta e molto obiettiva sviscerata ieri pomeriggio durante la Direzione del Pd tenuta in un hotel del capoluogo bruzio, è seguita la volontà, da parte di tutti, di riavvolgere il nastro e «ritrovare l'identità perduta», come ha avuto modo di rimarcare il presidente dell'organismo, Maria Locanto, affiancata, al tavolo della conferenza, dal segretario provinciale, Vittorio Pecoraro e al cospetto di una trentina di aventi diritto, nonché di segretari di circolo e sindaci.
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