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Rende, l’aula divisa tra garantisti e giustizialisti

Da una parte s’invoca la sterzata, dall’altra si preferisce la continuità amministrativa giurando fedeltà a Manna

Chi è pronto a dimettersi? L’interrogativo, in città, dopo le ultime importanti novità giudiziarie è più che legittimo. A chiederlo, intanto, a gran voce i gruppi d’opposizione. E la maggioranza? Ci sono consiglieri comunale pronti ad abbandonare Manna e compagni due anni prima della scadenza naturale della consiliatura? Difficile pronosticarlo. Ci affidiamo alle interlocuzioni delle ultime ore che lasciano trasparire, da una parte, addirittura “ottimismo” rispetto al prosieguo dell’attuale amministrazione, mentre dall’altra si auspica la sterzata.
Ma se De Rose, Monaco, Morrone, Talarico, Principe, Beltrano, Bonanno, Cuzzocrea e Pulicani – per le opposizioni – pare siano intenzione al “passo”; lo stesso non si può dire per i colleghi di maggioranza. Quattro, forse cinque consiglieri sono sull’Aventino ma difficilmente lasceranno scranni e deleghe. È il caso di Eugenio Aceto, ad esempio, che è anche consigliere provinciale. «Hanno bloccato un ente», riferisce. «Chi ha sbagliato, paghi. Ma per il resto non si può non considerare la gravità di quanto accaduto. Restiamo al nostro posto: la minoranza? Facciano il loro passo, noi valuteremo…», la sua posizione e quella del partito di Forza Italia. Stesso refrain per Luigi Superbo che – molte indiscrezioni – davano già per dimissionario. Ed identica posizione per Chiara Lolli, Concetta Imbrogno, Rossana Ferrante, Francesco Corina e Rachele Cava. Molto più “abbottonati” gli altri. Tanto che il sindaco sospeso, Marcello Manna, per rafforzare numeri e maggioranza ha annunciato una possibile conferenza stampa con tutti i “fedelissimi” dopo le valutazioni dell’autorità giudiziaria all’esito dell’interrogatorio previsto per martedì a Palazzo di giustizia.

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