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Rende, un giorno in Comune tra dispetti e sospetti

L’opposizione tace e fa calare il sipario sulla seduta. La polemica infuria: «Impedito il confronto»

Alla fine non si è discusso di nulla. Anzi, il consiglio comunale convocato e richiesto dalle opposizioni per fare chiarezza rispetto agli ultimi provvedimenti giudiziari e politici ha infuocato ancora di più gli animi e creato maggiori tensioni tra le parti. Colpi di scena, sospensioni, conferenze stampe convocate ad horas e addirittura il Psc approvato in giunta: è successo veramente di tutto.

Ore 10,15: documento opposizioni

Occorre necessariamente partire dai consiglieri comunali Franco Beltrano, Luciano Bonanno, Andrea Cuzzocrea, Massimiliano De Rose, Enrico Monaco, Michele Morrone, Annarita Pulicani, Sandro Principe Luigi Superbo e Domenico Talarico che hanno prima deciso di dimettersi dal notaio, poi presentarsi in Aula e protocollare un documento su cui doveva vertere la discussione. «Crediamo sia doveroso scongiurare ogni tipo di avversità per la città, tanto più in una fase storica particolare che vede gli enti locali beneficiari di ingenti risorse provenienti dall’Europa e la cui gestione reclama governi locali credibili e nel pieno esercizio delle proprie funzioni. Le ripetute e note vicende hanno determinato, altresì, uno scollamento evidente tra gli amministratori e l’opinione pubblica tale da rendere urgente un segnale concreto ai nostri concittadini, al fine di recuperare il già esile filo di fiducia con le istituzioni locali»: queste le ragioni espresse. Come a dire: riteniamo doveroso che sia la massima assise cittadina a dover discutere e a determinarsi, nel rispetto delle persone e dei principi costituzionali, in merito a una vicenda «che per come si è evoluta e si sta evolvendo ha prodotto danni per la città». Prioritario e utile anteporre ad ogni valutazione gli interessi della comunità rendese, il messaggio in consiglio.

Ore 11: lo stop della maggioranza

Su richiesta del consigliere comunale Corina la maggioranza decide di sospendere la seduta per valutare le strategie politiche. Ogni consigliere comunale di maggioranza si prepara, carte in mano, a rispondere e replicare alle accuse delle minoranze.

Ore 12: via libera al Psc

Nel frattempo arriva la notizia con cui la Giunta comunica che nelle prime ore del mattino ha approvato uno dei documenti più importanti di un ente: il Psc. Nelle prossime settimane sarà portato in assise.

Ore 12.15: cala il sipario

Si rientra e si apre la “battaglia”. Neppure il tempo però di ascoltare il presidente Morrone indicare i tempi di discussione (15 min per ognuno +5 min per dichiarazione di voto) che alla fatidica “prima mossa” salta il banco. Dalla minoranza nessuno chiede la parola; dalla maggioranza si aspetta e, in tutto ciò, il presidente Morrone dopo diversi richiami alla discussione, non ricevendo risposte, chiude la seduta e manda tutti a casa. In sala cala il gelo “politico” e scoppia la polemica.

La conferenza stampa

Tutti restano in aula ma senza possibilità di discutere. «Parlo io, no parli tu…», alla fine non ha parlato nessuno. Ecco allora l’escamotage per spiegare ai cronisti le ragioni delle opposizioni: Principe, Talarico, Cuzzocrea e gli altri «stigmatizzano» quanto accaduto. «Atto gravissimo: abbiamo atteso la riunione di maggioranza, il nostro pensiero è stato letto dal presidente, aspettando la prima mossa. Si è anche chiesta l’alternanza al dibattito proprio per discutere il percorso più utile per la comunità ed invece il presidente Morrone non ha consentito il confronto. È più utile stare in trincea oppure no? La maggioranza ha soffocato il dibattito ed ha aggiunto vergogna a vergogna». Anche sul piano formale il presidente ha torto marcio. La maggioranza ha scritto una pagina buia».

 

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