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Cosenza, la sfida di Caruso: il nuovo ospedale in 3 anni

Il sindaco invita il governatore Occhiuto ad accogliere il suo appello per ridurre i tempi dettati dalla burocrazia difensiva

Franz Caruso prova a semplificare quella sensazione di trovarsi dalla parte giusta del mondo nella pretesa di un percorso meno dispersivo verso la posa della prima pietra del nuovo ospedale. Il progetto dovrà incamminarsi nel campo minato di una burocrazia difensiva (che in Calabria si trasforma in burocrazia malata secondo l’ultima indagine della Cgia che relega la regione al penultimo posto della graduatoria continentale) che attraversa le scansioni temporali dell’intera fase progettuale. «La comunicazione ufficiale da parte di Inail del finanziamento per la realizzazione del nuovo ospedale è certamente, per come ha dichiarato il presidente del consiglio comunale Mazzuca, una buona notizia, ma il cronoprogramma dell’iter procedurale da seguire suscita dubbi e perplessità che verificheremo. A Mazzuca, peraltro, ed all’intero consiglio comunale, ribadisco la mia gratitudine per avere, con decisione, insieme all’esecutivo, sbloccato e portato a compimento le procedure di competenza del Comune, in tempi record».

Nessuna polemica sull’entusiasmo del presidente del consiglio Giuseppe Mazzuca, solo la voglia di accorciare quel tempo che sembra non finire mai. Per questo, lancia la sfida al governatore Roberto Occhiuto: «Facciamolo in tre anni. Tre anni sono sufficienti per realizzare la grande infrastruttura ospedaliera che la comunità cosentina e calabrese aspettano già da troppo tempo – prosegue il sindaco –. Lo consente il nuovo codice degli appalti, che ha una normativa molto più snella e, soprattutto, le nuove tecnologie ormai all’avanguardia. Dobbiamo, però, crederci, ponendo in essere tutte le azioni utili ad accelerare i procedimenti. D’altronde, ci sono voluti 10 giorni per la costruzione del nuovo ospedale da 1.000 posti letto a Whuan nel 2020 e 7 giorni per la costruzione del nuovo ospedale di Pechino nel 2003. Certo, in entrambi i casi si trattava di fronteggiare una emergenza pandemica, ma tant’è. Mettendo, comunque, da parte la Cina anche in Europa ci sono esempi, sempre più numerosi, di tempi di realizzazione di grandi infrastrutture rapidi. Opere che nascono in circa due anni. Arrivando in Italia abbiamo il caso nel 2007 del nuovo ospedale di Mestre, definito allora il più bello d’Europa, iniziato e finito in 4 anni».

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