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Cosenza, il ricordo di Empio Malara. I riformisti di Rende: "Qualcuno non conosce la storia"

Sandro Principe

"Personaggi in cerca d’autore, buoni per tutte le stagioni, tentano strumentalmente di dimostrare che l’attuale assetto urbano di Rende sia figlio del PRG del 1969, che, peraltro, non prevedeva alcun disegno urbano poggiando unicamente sul principio di zonizzazione che, al massimo, produce il rispetto della normativa e non certo l’effetto città. Per sostenere la loro interessata tesi, hanno ingaggiato anche qualche amministratore che, dopo tanti anni, nulla ha espresso nell’agone politico, spesso confuso con la pedana di una sfilata di quart’ordine; e con la pretesa, addirittura, di fare l’esame del sangue, al fine di conferire patenti sulla purezza ideologica e partitica altrui, in modo inappropriato e del tutto gratuito, senza averne i titoli. Peraltro, tali personaggi, ad esempio, ignorano che ciò che caratterizza il dirigente socialista è l’essere libero ed autonomo nei giudizi e nell’azione; autonomia che taluni non hanno mai dimostrato poiché sempre il loro agire ha risposto e risponde al volere di altri. Nella foga, spinta da livore ed invidia, si fa una gran confusione falsando la storia: ed, infatti, quando Giacomo Mancini è stato sindaco di Cosenza, sindaco di Rende era Sandro Principe".

E' quanto si legge in una nota della federazione riformista di Rende in risposta alla manifestazione organizzata dall'Accademia Cosentina su Empio Malara e rispetto alle dichiarazioni scritte dal sindaco di Cosenza e lette durante la manifestazione.

"Il richiamo sbagliato, vanifica, inconsapevolmente, l’intento denigratorio e, con quanti conoscono bene periodi storici e fatti, ottiene l’effetto contrario. Del resto, osservando lo stato di degrado in cui versa la vicina città, invasa da rifiuti ed erbacce, con le strade piene di buche ed oppresse dal traffico fuori controllo, a leggere determinati interventi si è portati a dubitare dell’altrui intelligenza, in quanto invece di scatenare gratuite polemiche su storie e fatti che, evidentemente, non si conoscono, si farebbe meglio ad aggredire con serietà le problematiche dei territori amministrati.

Giova ricordare che il PRG del 1969 redatto dall’arch. E. Malara non prevedeva, tra l’altro: il viale Principe, il Parco Acquatico “Santa Chiara”, il Centro Commerciale Metropolis, tutte le piazze (Lourdes, Matteotti, Italia, Green, Rossini, Luther King, etc.), il Museo del Presente e il relativo sottopasso, il CUD, tutte le Chiese (in particolare la San Carlo Borromeo avversata dal Malara), tutti gli impianti sportivi compresi due palazzetti dello Sport, tutte le scuole, in particolare quelle di ordine superiore, l’Unical prevista con la variante del 1982 (sindaco Sandro Principe), tutti i Musei, le scale mobili di Rende Storica, i parchi fluviali, il Poliambulatorio di Quattromiglia, il Centro Anziani, l’area mercatale, il centro per i non vedenti, il raddoppio della zona industriale, l’inceneritore dismesso ed il depuratore di Coda di Volpe, lo svincolo autostradale di Settimo, per fermarci alle cose più importanti. E lo stesso quartiere Europa è stato dotato di scuole, piazze, verde e impianti sportivi successivamente al 1980, Sandro Principe sindaco. Dunque, immaginiamo di togliere all’attuale disegno urbano di Rende le opere citate e chiediamoci cosa resterebbe del disegno della città contemporanea. Non resterebbe quasi nulla e Rende, senza le opere ed i punti di riferimento citati, sarebbe una periferia, un non luogo. Dunque, il disegno urbano attuale, senza voler offendere nessuno, non è opera dell’Architetto redattore del PRG del 1969.

E per amore di verità, aggiungiamo che la gran parte del patrimonio arboreo della città è stato realizzato direttamente dal Comune successivamente al 1980 da Sandro Principe e dai sindaci Mario Portone, Raffaele De Rango, Antonietta Feola, Franco Casciaro, Emilio Chiappetta e Umberto Bernaudo. Tutti i sindaci e gli altri amministratori socialisti dal 1952 al 2011 hanno sempre fatto gli interessi dei cittadini, con un impegno diurno e con grandi sacrifici e, dal niente hanno costruito una città; addirittura Sandro Principe ha rischiato la vita nell’esercizio delle funzioni di sindaco, indossando la fascia tricolore. Nel ribadire quanto sopra, non è accettabile il tentativo di sminuire la politica del fare, poiché è del tutto ragionevole riconoscere che è certamente più importante, faticoso e rischioso realizzare ciò che si è programmato (a prescindere da coloro che realmente hanno avuto le visioni), dando il giusto merito a quanti alle parole hanno fatto seguire i fatti.

Infine, ci sia consentito di stigmatizzare il comportamento dell’Accademia Cosentina, che ha organizzato, mettendo anche a disposizione la propria prestigiosa sede, un evento culturale che è stato utilizzato per esplicitare gratuite ed interessate polemiche verso persone assenti che, per il tema trattato, avrebbero dovuto essere quantomeno invitate".

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