L’ultimo affondo di Franz Caruso sulle grandi opere non realizzate rappresenta la cerniera che sigilla rapporti, ormai, avvelenati lungo l’asse Cosenza-Catanzaro. La città unica calata dall’alto ha generato il vortice che ha risucchiato anche la scelta della sede del nuovo ospedale trascinando la crisi verso un punto di non ritorno. Mai così decomposto il rapporto tra Palazzo dei Bruzi e la Cittadella, nemmeno ai tempi del braccio di ferro spigoloso tra Mario Occhiuto e Mario Oliverio sul nuovo hub e la metroleggera. Un crollo verticale che s’è consumato in pochi mesi. Settimane che hanno scavato un solco tra i due enti. Le diplomazie non lavorano più. Ormai, l’unico dialogo è affidato a veline impregnate di commenti poco istituzionali. Uno scambio di colpi proibiti da un capo all’altro dei palazzi, da un capo all’altro degli schieramenti. Le ragioni amministrative sono state deposte, adesso si usano esclusivamente toni da battaglia e frecce avvelenate.
La consigliera regionale di Forza Italia, Pasqualina Straface, che è a capo della terza Commissione Sanità, Politiche Sociali, Culturali e Formative, segue la corrente nella tempesta e replica al primo cittadino seguendo un linguaggio “coerente” con i tempi. E ritiene che Caruso viva come un’ossessione «attaccare quasi quotidianamente l’operato del presidente Roberto Occhiuto». In particolare, la “pasionaria” contesta al sindaco di Cosenza l’aver denunciato una subalternità di Occhiuto nei confronti del governo nazionale. «Con Roberto Occhiuto, finalmente, la Calabria ha un governatore dalla riconosciuta autorevolezza, un presidente che tratta alla pari con i ministri e con Palazzo Chigi, tenuto in grande considerazione dalla stampa nazionale, e che gode della fiducia dei cittadini, come dimostrato dal report “Governance poll” del Sole 24 Ore, che lo colloca al quarto posto tra i governatori più apprezzati in Italia, il più amato tra quelli del Mezzogiorno. Altro che subalterno. Il presidente, da un anno e mezzo, si fa rispettare e porta a casa risultati straordinari per la nostra Regione».
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