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Terme di Acquappesa, affidamento diretto vietato da normative comunitarie

L’opposizione bacchetta i sindaci che avevano firmato l'intesa bocciata

Il bando pubblico dimenticato. Le opposizioni consiliari “Cambiamenti” e “La città del sole” di Acquappesa e Guardia sulla questione delle Terme Luigiane se da un lato giudicano la sentenza del Consiglio di Stato assolutamente condivisibile «perché pone al riparo da una eventuale richiesta di risarcimento danni milionaria» dall’altro nutrono dubbi «sulla consapevolezza degli attuali amministratori rispetto alla positività della decisione». Andiamo alla nota congiunta: «Fanno non poco sorridere le dichiarazioni intrise di termini e frasi ad effetto quali “legalità e trasparenza”, “difesa del bene comune” e “riappropriazione di beni appartenenti”». La narrazione dei sindaci per i gruppi consiliari di minoranza «è volutamente fuorviante, finalizzata ad utilizzare e manovrare nella direzione voluta fatti e circostanze non corrispondenti al vero e a nascondere responsabilità passate gravi».
Il protocollo di intesa e il successivo accordo firmato in Prefettura e dichiarato illegittimo dalla sentenza del Consiglio di Stato, spiegano i consiglieri, è stato firmato dagli attuali amministratori.

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