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Città unica, a Rende il fronte del “no” prepara il referendum alternativo

Sedici associazioni pronte ad avviare una petizione contro la fusione

Non si vuole abbassare la guardia, a Rende. Ogni decisione sulla città unica deve essere condivisa, se non concordata. Da questi presupposti e dopo l’assemblea popolare della settimana scorsa, le 16 associazioni continuano ad incontrarsi e pianificare appuntamenti. La decisione adottata nell’ultimo appuntamento è quella di invitare pubblicamente anche i sindaci di Cosenza e Castrolibero, Caruso e Greco. E poi di iniziare, forse già da questo week end, una raccolta firme per supportare l’azione di protesta. Gli altri step sono invece strutturati per zone e per contrade, così da coinvolgere maggiormente cittadini e residenti.
Se si pensa, però, che tutta la città sia propensa a dire “no, grazie” alla città unica, si sbaglia. Perché, ad esempio, l’associazione “Spazio Aperto 1495” è apertamente schierata per il “sì”. «Riteniamo che la presenza di trecento anime non possa considerarsi un grande successo di partecipazione della società civile. In considerazione del fatto che erano presenti circa 20 formazioni tra associazioni e partiti politici, conti alla mano con poco più di dieci iscritti per ognuna di esse si raggiunge la mitica cifra dei 300. Per la campagna di stampa e la scesa in campo di vecchi e nuovi amministratori ci saremmo aspettati dei numeri molto più importanti», ironizzano dal movimento.

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