L’iter che conduce, o dovrebbe condurre, alla nascita della città unica Cosenza, Rende e Castrolibero, è alle battute finali. Ma quanta fatica. I pareri finora raccolti, infatti, appaiono abbastanza contrastanti, tra favorevoli e contrari. Fosse stato diversamente, il nuovo comune avrebbe già visto la luce.
La proposta di legge regionale è al vaglio della commissione Affari istituzionali della Cittadella, impegnata ormai da mesi a condurre in porto la nave, suffragata dalle opinioni del mondo politico e sindacale, nonché delle associazioni e delle rappresentanze studentesche, passando anche per il Ministero.
L’audizione di ieri è stata, forse, la più significativa dal punto di vista del confronto tra istituzioni, poiché al tavolo del dibattito hanno preso parte i commissari prefettizi di Rende, il presidente della Provincia, Rosaria Succurro e il sindaco del capoluogo bruzio, Franz Caruso, che aveva espresso, quest’ultimo, in una recente conferenza stampa preparatoria all’incontro di ieri, una linea ben precisa rispetto all’idea della città unica, bocciandone non tanto l’obiettivo finale, quanto il metodo utilizzato dalla compagine regionale del centrodestra, apparso, all’inquilino del Municipio, antidemocratico, «illiberale e - disse in quella circostanza - se mi permettete anche un tantino fascista».
Termine che ha incontrato la netta presa di distanza del presidente della medesima Commissione regionale, Luciana De Francesco, la quale ieri, comunque, è andata oltre le polemiche, preferendo entrare nel vivo della questione. La riunione tenuta al cospetto dei componenti dell’organismo (della commissione fanno parte i consiglieri Pierluigi Caputo, Pietro Molinaro e Giuseppe Mattiani), chiude, in pratica, la prima fase del percorso che dovrebbe portare alla data del febbraio 2025, posta quale termine ultimo affinché la legge trovi compimento attraverso il varo del nuovo comune comprendente, appunto, le tre municipalità dell’area urbana.
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