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Europee, tra trattori e pesca Cosenza è un campo minato elettorale per la maggioranza di governo

Le 11.638 imprese cosentine attive dei settori di Agricoltura e Pesca soffrono le scelte politiche della Ue e rischiano di orientare il voto di giugno

Campo corto o campo largo? In attesa che si decida l’inquadratura elettorale più conveniente nel centrosinistra, l’urna delle Europee nel Cosentino rischia di trasformarsi in un campo minato per i partiti dell’area di governo. La Sardegna è il primo allarme, un filo spinato allungato sulle certezze del Governo. Il verdetto dell’isola è uscito dalla centrifuga delle recenti tensioni sociali. Del resto, la rabbia e la sofferenza continuano a marcare la linea del tempo dietro le quinte di una vita che si è, purtroppo, complicata soprattutto nelle regioni meridionali. Il rumore dei passi del federalismo che avanza rischia di far precipitare questa zolla più sofferente del paese lungo quel margine pericoloso che è la legge sull’autonomia differenziata. Le correzioni del senato non sembrano aver rassicurato chi vive da Roma in giù. Persino la Chiesa è salita sulle barricate perché il timore è che la norma finirà per ridisegnare un’Italia delle disparità e delle disuguaglianze. Un provvedimento, insomma, destinato a murare definitivamente il sepolcro di pietra nel quale riposa in eterno la questione meridionale.
La resistenza al federalismo in città è guidata dal sindaco Franz Caruso e dall’arcivescovo don Gianni Checchinato. Una scelta che ha irritato il Carroccio. Il coordinatore Leo Battaglia, diretta emanazione del deputato Simona Loizzo, ha invitato il presule a non farsi trascinare dalle correnti elettorali. Ma è chiaro che il regionalismo rischia di rappresentare una pietra d’inciampo per le ambizioni dell’intera area di governo. Solo la presidente dell’Anci, Rosaria Succurro (che sarà candidata nella lista di Forza Italia), si è smarcata, schierandosi dalla parte dell’associazione dei sindaci che si oppone all’autonomia. Una decisione che ha generato reazioni scomposte tra gli alleati che hanno urlato al tradimento. Il filo di un pensiero unico sta germogliano in questi mesi di lotta per diventare sostanza solida in una terra che non vuole arrendersi. La gente ha deciso di ribellarsi perché, dalle nostre parti, quel senso di solitudine sempre più evidente crea sconforto e si teme di ritrovarsi definitivamente schiacciati da disuguaglianze territoriali che già marcano il confine tra due Italie nei servizi essenziali. La storia è nei report che raccontano questa terra. Una terra di ritardi che i politici hanno riempito esclusivamente di promesse.

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