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Fusione tra Cosenza Castrolibero e Rende: proposto un patto fondativo delle forze del “Si”

Rosi Caligiuri, Gabriele Petrone e Vittorio Pecoraro

La posizione delle amministrazioni comunali di Cosenza e Castrolibero (Rende rimane in stand-by a causa del commissariamento dell’Ente) è abbastanza nota riguardo alla questione della città unica, ribadita nei giorni scorsi durante una conferenza stampa congiunta e tenuta a battesimo da numerose associazioni e movimenti presenti tra il Crati e il Campagnano, fortemente contrari all’attuale progetto di fusione messo in campo dal centrodestra alla Regione.
Un indirizzo sposato dal Pd provinciale, deciso a caratterizzare il proprio pensiero rispetto a un argomento di strettissima attualità, magari attraverso la promozione di una iniziativa specifica da organizzare a stretto giro di posta. L’idea è emerse ieri sera nel corso di uno specifico incontro andato in scena nella Federazione bruzia dei democrat.
Una riunione molto partecipata e altrettanto costruttiva, quella di ieri nella Federazione. Nessuno ha espresso contrarietà all’attuazione della città unica, ma a determinate condizioni e basata su criteri chiari. «Il tema della città unica – è riportato in uno dei passaggi chiave del documento sottoscritto all’unanimità dei presenti – deve essere sottratto alle dinamiche della contingenza politica. Non può essere agitato come una clava a secondo le convenienze di parte. Deve essere sancito un atto fondativo dal carattere storico e non può essere un tema divisivo tra gli schieramenti politici che competono per il governo della città e della Regione. A questo fine il Pd della città di Cosenza propone di dare vita ad un vero e proprio “Patto fondativo e costituente delle forze del Si” alla fusione. Una scelta che non può non essere interpretata se non come una manifestazione di volontà finalizzata a costruire un modello di città partecipata e non una realtà istituzionale imposta dall'alto.

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