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Europee, Il Pd di Cosenza resta fuori dalle liste: intenzioni di voto in ordine sparso

Nessun nome tra i big locali nelle candidature ufficializzate per il Mezzogiorno

Il Pd sulla rotta delle Europee conferma la sua attuale debolezza di fondo, soprattutto, da Napoli in giù. E, del resto, i bene informati raccontano che lo stesso capogruppo al Senato, Francesco Boccia (che a Cosenza ricordano per aver gestito il partito in uno dei momenti più difficili della sua storia recente), lo abbia ribadito apertamente alla segretaria Elly Schlein: la lista nel Mezzogiorno ha bisogno di una massiccia dose di ricostituenti. Servono rinforzi, serve che qualcuno dei big calabresi (e, quindi, cosentini) ci metta la faccia. Basta toccare le corde dello schieramento annunciato per far cambiare colore all’amarezza che si tinge di rabbia.
Il risentimento agita ovunque le macerie con la pretesa di teste che non cadranno mai. Dentro l’elenco del Sud ci sono nomi, tanti nomi. Ma mancano i big. Le candidature eccellenti sono rimaste fuori dalle liste. Il primo a fare retromarcia è stato il capogruppo regionale Mimmo Bevacqua, rompendo una tradizione consolidata. In passato, il partito leader del centrosinistra da Cosenza aveva candidato sempre qualcuno dei suoi generali. Cinque anni fa, ci mise la faccia l’allora presidente della Provincia (e oggi vicepresidente del Consiglio regionale), Franco Iacucci, con un saldo di 23.577 preferenze. Nel 2014, l’anno dello storico risultato di Renzi, vennero messi alla prova ben tre esponenti del Cosentino: Mario Maiolo, che portò a casa 72.139 preferenze), Mario Pirillo (che chiuse con 63.767 voti personali) e Maria Saladino (che portò a casa 25.590 consensi). Il no di Bevacqua avrebbe scatenato una reazione a catena.

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