Dall’annuncio all’atto ufficiale. I tre consiglieri comunali che avevano preso le distanze dal gruppo consiliare del Pd, recentemente espulsi dal partito, nei giorni scorsi hanno depositato il ricorso presso la commissione regionale di garanzia, quando il medesimo organismo provinciale bruzio presieduto dall’ex sindaco, Salvatore Perugini, s’era determinato per un loro allontanamento.
I fatti risalgono a qualche mese addietro, all’epoca delle elezioni provinciali, la scintilla che indusse Francesco Graziadio, Aldo Trecroci e Gianfranco Tinto, quest’ultimo candidato per la conquista di uno scranno in piazza 15 Marzo, a polemizzare all’indirizzo del Pd, al quale contestarono, al netto della competizione elettorale, mancanza di dialogo e poca propensione al gioco di squadra, disapprovando, al contempo, pure l’atteggiamento del Circolo cittadino.
E nacque il contenzioso, unito a molte altre motivazioni come, per esempio, le decisioni assunte sovente davanti ai caminetti o le porte chiuse della Federazione, segno incontrovertibile, secondo loro, di riunioni sempre annunciata ma mai veramente convocate. Tanto è bastato, insomma, a rompere l’idillio e a creare l’ennesimo strappo in casa dei democrat, reduci anche dal braccio di ferro innescato tra il segretario, Vittorio Pecoraro, e la rappresentanza cosentina alla Regione, formata da Franco Iacucci e Mimmo Bevacqua, poi in qualche modo rientrata.
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