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La città unica divide il centrosinistra di Rende

“Una data storica”. Qualcuno l’ha definita esattamente così. Venerdì pomeriggio il Consiglio regionale della Calabria ha dato mandato al presidente Roberto Occhiuto di indire il referendum propedeutico all’approvazione alla legge di fusione sulla città unica Cosenza-Rende-Castrolibero. I cittadini dovrebbero recarsi alle urne entro la fine del 2024. Con ogni probabilità tra il 15 e 30 novembre. I tre centri di governo verranno sciolti il primo febbraio 2027 e non più il primo febbraio 2025. In più sarà composto un tavolo tecnico per valutare con dovizia di particolari ogni aspetto. Dopo 50 anni di annunci e litigi, probabilmente, siamo dinanzi ad un bivio storico. Ora o mai più. Tutti d'accordo, allora? Neppure per idea. Da Rende infatti sono pronti ad alzare le barricate. E rivolgersi immediatamente al Tar. Venticinque comuni, intanto, si mobilitano per chiedere l’abrogazione della legge con cui è stata delegata alla Regione pieno potere in materia di fusione dei municipi. Si tratta dei comuni di Acri, Aprigliano, Caloveto, Casali del Manco, Cassano all’Ionio, Castrolibero, Castrovillari, Cerchiara, Cerisano, Civita, Cosenza, Crosia, Figline Vegliaturo, Luzzi, Malvito, Piane Crati, Rocca Imperiale, Rogliano, Rovito, San Basile, San Lucido, San Pietro in Guarano, Santa Sofia d’Epiro, Sant’Agata d’Esaro, Trebisacce.

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