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Cosenza, Luciana De Francesco: "La città unica è una grande occasione"

Parla l'ispiratrice del progetto di fusione e presidente della commissione Affari Istituzionali della Regione. L’esponente di Fratelli d’Italia ricorda il lavoro svolto nel corso di un anno con l’audizione di amministratori, sindacalisti e associazioni. L’esito del referendum sarà determinante

La donna del cambiamento. Cordiale nei rapporti, gentile nei modi ma determinata nell’agire: Luciana De Francesco, esponente di Fratelli d’Italia, presiede la Commissione Affari Istituzionali della Regione. È lei il “motore” - con il consigliere Pierluigi Caputo - della costituzione della “Città unica”. Un progetto di fusione tra il capoluogo, Rende e Castrolibero annunciato per decenni e mai andato in porto. La questione divide il mondo politico ma appare come una possibile prospettiva per il futuro, lo sviluppo e la tenuta dell’area urbana. De Francesco ha firmato la proposta-progetto insieme con altri 7 colleghi della maggioranza di centrodestra poi, l’altro giorno, in consiglio è stato il Partito democratico a presentare una proposta unitaria e rivista che è stata votata da ben 25 rappresentanti politici.

Presidente come nasce l’idea della città unica?

«Ho proposto insieme ai colleghi del centro destra della provincia di Cosenza la realizzazione della città unica e ne rivendico il significato politico. Mi permetto, però, di rivendicare anche la correttezza che abbiamo seguito in un iter durato più di un anno. Da presidente della Prima commissione, per merito soprattutto dei colleghi che la compongono, abbiamo ascoltato associazioni, comitati, parlamentari, sindaci, favorevoli e contrari. Senza alcun pregiudizio. È stato realizzato uno studio di fattibilità autorevole del prof. Luigino che dimostra tutte le convenienze per l’area urbana di questa fusione che esiste già di fatto per i cittadini. Ma l’elemento più importante sarà l’occasione che daremo ai cittadini di Cosenza, Rende e Castrolibero di esprimersi liberamente e di poter votare al referendum. Non c’è democrazia migliore della sovranità popolare che ha precedenza rispetto ai consigli comunali».

Quali potrebbero essere i vantaggi?

«La città unica non è solo un’occasione per avere fondi ordinari speciali ma soprattutto per restituire all’area urbana di Cosenza il ruolo autentico di capoluogo di una provincia che supera il 40% del territorio calabrese. Dovremo pensarla coniugando i saperi universitari, le aree industriali con la particolarità del centro storico di Cosenza e del suo Museo all’aperto, che sono occasioni di valorizzazione storico-turistica e possono, anzi devono legarsi ad una grande realtà qual è quella universitaria».

Che valore avrà il referendum?

«In ogni democrazia è giusto e sacrosanto ascoltare il dissenso ma la forma migliore è il voto e per noi il referendum avrà un valore politico importante che sarà, appunto, la restituzione di una sovranità sulla scelta di questa realtà unica».

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