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Rende, la proroga dei commissari non rallenta la corsa al voto

Un colpo da ko tecnico, se volessimo utilizzare un gergo pugilistico. La proroga della gestione commissariale ha, quasi, spiazzato tutti. La campagna elettorale era - ed è - di fatto partita. Con i vari schieramenti e le forze in campo pronte a formare liste e candidati. Nell'ultima settimana, in verità molto confusionaria rispetto alle indiscrezioni ed alle notizie che giungevano da Catanzaro e da Roma, si sono rincorse iniziative pubbliche ed endorsement non casuali.
Con candidati in pecore e candidati solo sulla carta per nascondere, invero, altri obiettivi. Tutto è nato dalla circolare interna del Ministero, anticipata dalla nostra testata. E poi, a seguire, le indicazioni delle date da parte della prefettura di Cosenza. Due indizi, più che una prova, che la possibilità di andare al voto subito fosse reale. Altro che. A conferma, per giunta, della relazione dei tre commissari ufficialmente consegnata nelle mani del nuovo prefetto di Cosenza. «Aspettiamo le decisioni tecniche da Roma», ci avevano anche spiegato dalla casa comunale. Tutto in “gioco”, dunque. Con una decisione che poteva andare in più direzioni. Alle 19 circa di venerdì, nel pieno di un incontro elettorale in piazza, ironia della sorte, ecco la scelta. Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, in «considerazione della necessità di proseguire nell’opera di risanamento dell’azione amministrativa rispetto agli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata, ai sensi dell’articolo 143 del Testo unico degli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267), ha deliberato la proroga, per la durata di sei mesi, dello scioglimento dei consigli comunali di Rende e di Castiglione di Sicilia (Catania)».
E non sono mancare le reazioni. «Se Manna si fosse dimesso quando glielo chiedevamo noi, non avrebbe lasciato Rende in questo limbo e in questo momento delicato», ha detto Talarico. Per lui «il commissariamento è una dolorosa necessità ma quel processo di garanzia si è consumato. A Rende c’è stato un problema politico prima che giudiziario, la civitas e la comunità vanno aiutate a ritrovarsi». Mentre per Sandro Principe la proroga dei commissari suona come «un modo per non far votare più i cittadini di Rende». Per l'ex sindaco la proroga non era per nulla scontata. «Il disegno è chiaro: le maggioranze di centrodestra decideranno quali Comuni cancellare grazie a leggi autoritarie come quella calabrese».

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