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Città unica tra Cosenza, Rende e Castrolibero. Il centrodestra spinge: «Insieme saremo più competitivi»

L’adunata del centrodestra segna la rotta del referendum sulla città unica. Tutti per il sì all’abbraccio tra le tre “sorelle” dell’area urbana, Cosenza, Rende e Castrolibero. Occhi puntati sul primo dicembre, la domenica che può far la storia di questa terra. All’incontro, promosso da Nazione Futura, hanno risposto presente: i parlamentari Mario Occhiuto, Fausto Orsomarso e Simona Loizzo e i consiglieri regionali Pierluigi Caputo e Luciana De Francesco. Una voce univoca che spinge compatta per la fusione perché, «renderà questa città – come ha spiegato il senatore di Forza Italia, Mario Occhiuto – più competitiva, più forte sul piano anche delle relazioni non solo a livello regionale ma anche a livello nazionale, capace di attrarre investimenti. Una città che diventerà un arricchimento, una nuova identità collettiva che cresce, ma che rafforza e valorizza anche l'identità locale. La città unica non è la cancellazione di singole identità ma l’affermazione di una nuova visione che restituisce agibilità e propensione allo sviluppo a tutto il comprensorio. E non è vero che i debiti di Cosenza passeranno a Rende e Castrolibero: è una bufala enorme. Avremo invece dieci milioni l'anno per quindici anni e avremo un aumento del valore e del prestigio in ogni angolo».

I rappresentanti istituzionali chiamano a raccolta i sostenitori per «avviare una forte mobilitazione e coinvolgere – ha spiegato la consigliera regionale di Fratelli d'Italia Luciana De Francesco – i cittadini e spiegare loro di non avere paura perché all'orizzonte c'è un'unica grande possibilità di crescita per tutti. La città unica è di fatto già esistente, i tre comuni non hanno chilometri divisori, sono la stessa essenza. E a chi dice che noi abbiamo fatto una legge fascista? Beh, io rispondo dicendo che uno dei principali motivi per i quali abbiamo voluto sottoscrivere questa proposta di legge relativa all'istituzione di un nuovo comune derivante dalla fusione dei comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero risiede nella volontà di aver voluto cogliere una domanda che viene dal basso, perché di città unica se ne parla da tanti troppi anni, i cittadini adesso ci chiedono concretezza, sono stanchi dei soliti campanilismi che frenano il processo di fusione».

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