Il referendum consultivo non ha incide quanto uno di tipo confermativo o abrogativo, ma ha pur sempre un valore prezioso: è il parere della gente. Che, alla volte, può anche non coincidere con quello di chi amministra la Cosa pubblica. Ed è lì che viene il bello, perché mette i politici di fronte a una scelta: continuare a battere la strada tracciata o ascoltare il popolo? Assumendosi le responsabilità di scelte che vadano, eventualmente, in controtendenza rispetto alla vox populi di cui sopra. A patto, però, che l'elettorato consultato sia cosciente di ciò che va a fare.
Lungi da noi prendere le parti di nessuno o giudicare una risposta incerta, ma c'è un dato di fatto: in pochi sanno che il referendum è di tipo consultivo e, ancora meno, che saranno due i quesiti contenuti in ogni scheda (uno per scegliere se unificare i tre territori, l'altro - con tre opzioni - per indicare l'eventuale nuova denominazione del comune). Sia chiaro, l'estratto del video (di circa 6 minuti e mezzo) è solo una parte dei contributi raccolti, ma comunque sufficiente a carpire lo stato d'animo di elettori ed elettrici che si presenteranno domenica alle urne: incertezza, impreparazione, smarrimento. E anche un po' di timore. Non mancano le posizioni estreme, tra chi teme di perdere qualcosa con la fusione e chi invece la auspica. Qualcuno fa riferimento, addirittura, a una fantomatica elezione... di un presidente, altri invocano che la nascente città porti il nome di Giacomo Mancini, già sindaco illustre di Cosenza. Un potpourri di pareri ulteriormente mescolati alla voglia di capirci qualcosa: “Devo documentarmi... mi trova spiazzato... perché si andrà a votare?”. Una situazione di disorientamento che non esime da colpe chi si recherà alla urne perché, lo ribadiamo, il referendum - seppur consultivo - rappresenta uno strumento di democrazia e offre un'opportunità preziosa al popolo: confermare o rinnegare le scelte della politica. Quest'ultima però, a prescindere dai “colori”, ha la sua fetta di responsabilità in questa situazione di smarrimento, perché il dibattito sulla città unica si è subito polarizzato e arroccato dietro a posizioni rigide, più espressione dei partiti e delle coalizioni che della gente. Ecco spiegata la grande incertezza. Il quorum non servirà, data la natura del referendum, ma la sensazione è che l'affluenza, già ai minimi storici durante Politiche, Amministrative, Regionali ed Europee, ne risentirà ulteriormente.
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