
Palazzo dei Bruzi circondato, assediato, soffocato dai sospetti dell’opposizione che hanno cambiato il profilo della narrazione ufficiale sulla scelta dell’artista per il Concertone di Capodanno. E, soprattutto, hanno generato ombre sulla rinuncia all’opzione solidale del dj Gigi D’Agostino che avrebbe devoluto interamente il suo cachet. Accuse che ieri mattina sono rimbalzate di stanza in stanza, da un piano all’altro del Municipio, da un corridoio all’altro. Tutti hanno letto e commentato prima del conciliabolo che ha aperto la strada a un duro documento di risposta sottoscritto dai capigruppo di maggioranza. «Sul Capodanno, una operazione chiara e cristallina che non può essere capita da chi è avvezzo alla finanza creativa».
I leader degli schieramenti, che sostengono in Aula il governo di Franz Caruso, riducono a mero circo della propaganda le insinuazioni dell’opposizione: «Non siamo sorpresi che ai colleghi della minoranza, ieri maggioranza passata alla storia per aver speso 500 mila euro di consulenza per gli indimenticabile ed indimenticati “Cerchi”, non convinca “l’operazione San Silvestro” dell’amministrazione Caruso. È un’operazione talmente trasparente e chiara a cui, forse, i nostri colleghi non sono assolutamente abituati, attesa la cronaca sulla finanza creativa di cui sono stati protagonisti nei dieci anni bui in cui hanno amministrato Cosenza».
Francesco Alimena, Ivan Commodaro, Raffaele Fuorivia, Francesco Graziadio, Daniela Puzzo, Francesco Gigliotti e Roberto Sacco, riannodano il nastro dell’“Operazione San Silvestro” ripartendo dall’origine e dalle parole del consulente agli eventi del sindaco, Pino De Rose, «che aveva già avuto modo di chiarire che con l’artista Gigi D’Agostino non c’è mai stato alcun passaggio ufficiale ed istituzionale, salvo interlocuzioni con alcuni promoter e messaggi di posta elettronica privata a cui non si è mai ricevuta alcuna risposta. Il noto ed affermato il dj aveva, comunque, un cachet che l’ente avrebbe dovuto pagare. Che questo cachet successivamente volesse devolverlo all’ospedale è un altro discorso perché il Comune, comunque, avrebbe dovuto reperire i fondi necessari, che si aggiravano intorno alla stessa cifra pattuita per il compenso di Achille Lauro, raddoppiando la spesa programmata. La generosa offerta del famoso dj sarebbe andata a favore dell’ospedale, la qual cosa ci saremmo augurati tant’è che, seppur senza nulla di ufficiale in mano, il consulente del sindaco ha iniziato a ragionare sulla proposta, ribadiamo mai formalizzata, tentando di trovare sponsor privati che avrebbero permesso di pagare il cachet del “Capitano”.

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