Le “eccellenze” scommettano sulla Calabria. Restano o scelgono di venire a lavorare nella sanità pubblica regionale mostrando coerenza, determinazione e coraggio.
Dopo la nascita del corso di Medicina e la straordinaria opera di collaborazione avviata tra l’Università della Calabria e l’Azienda Ospedaliera il sistema di assistenza s’è arricchito di figure professionali e accademiche importanti che stanno assicurando una inversione di tendenza - lenta ma graduale - che nel tempo garantirà i frutti immaginati dal commissario regionale alla Sanità, Roberto Occhiuto.
Una delle figure di prestigio giunte nel capoluogo bruzio e nel Campus di Arcavacata per prestare la propria significativa opera scientifica è il professore Antonio Curcio. Il docente insegna Malattie dell’apparato cardiovascolare all’Unical e guida il reparto di Cardiologia dell’Annunziata. Formatosi nella pretigiosa università “Federico II” di Napoli, una delle più antiche della Nazione, ha iniziato la sua “avventura” calabrese 25 anni fa.
Che esperienza è stata ed è professore? (gli chiediamo mentre ha appena lasciato il reparto dopo una intensa giornata di lavoro).
«È stato un quarto di secolo entusiasmante che mi ha portato adesso all’università della Calabria. Vedo una incredibile progettualità, un gioco di squadra, una sinergia tra Azienda ospedaliera e ateneo di squadra destinata a regalare grandi soddisfazioni. Incontro persone volenterose, disposte al lavoro e al sacrificio, con delle idee che si stanno concretizzando fattivamente. Oggi ho marcato il mio centoventesimo giorno di lavoro qui e il bilancio è assolutamente positivo»..
Cosa incoraggia il suo ottimismo?
«Ho visto degli investimenti incredibili transitare davanti ai mei occhi e fermarsi. È una cosa indubbiamente eccezionale rispetto alle difficoltà in cui versa il sistema sanitario nazionale. Ho visto nascere dal nulla un pronto soccorso in pochissimi mesi. È una struttura all’avanguardia: c’è un box cardiologico a dimostrazione di quanto l’Azienda creda nella Cardiologia. È una sorta di attestazione di stima - così la leggo - del lavoro fatto dai colleghi prima del mio arrivo. Io aggiungo il mio contributo in termini di didattica, di attrattività per gli spcializzandi, i dottorandi e gli studenti».
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