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La povertà fa male alla salute, troppi non possono curarsi in Calabria

La salute costa molto, per tanti costa troppo. Lo raccontano non solo le statistiche, ma anche i report e le testimonianze dei volontari impegnati nelle strutture del terzo settore che sono un’occasione fondamentale per quanti non possono permettersi le cure seguendo i canali tradizionali, compresi quelli pubblici. In Calabria una famiglia su dieci spende mensilmente oltre il 20% dei propri consumi per pagare cure mediche di uno o più dei suoi membri, quelle che l’Organizzazione mondiale della sanità definisce addirittura spese mediche catastrofiche perché mettono ko il bilancio casalingo. Si tratta d’una circostanza che porta le famiglie sotto la soglia di povertà relativa.
A Cosenza opera ormai da qualche anno la Casa della salute “Carlo Acutis” creata dalla fondazione “Casa San Francesco d’Assisi". Nel 2023 le risorse economiche necessarie per l’erogazione dell’utilissimo servizio sono state pari a 78.885 euro. Centinaia le prestazioni erogate da medici e infermieri volontari, anzitutto specialistiche, e con l’Odontoiatria in cima alle richieste dei pazienti. I numeri sono (purtroppo) in continua crescita, così come la percentuale di donne e uomini italiani che bussano alle porte della “Carlo Acutis” al fianco degli stranieri. Molti anche i bambini che altrimenti rimarrebbero senza assistenza.

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