La chiamano tutti Castiglione di Paludi quell’antica città della Sila Greca i cui ruderi sono poco conosciuti ma altrettanto interessanti come quelli di Sibari. Da anni uno studioso cosentino, l’ingegnere Luigi Palermo, raccoglie dati a sostegno d’una tesi destinata a riscrivere la storia e enfatizzare ancor di più l’importanza di quel sito archeologico carico di testimonianze nascoste, sotto metri e metri di terra, che nessuno finora – eccetto i tombaroli che ne hanno fatto strame negli anni passati – ha mai esplorato. Quel sito archeologico che tutti individuano, appunto, come Castiglione di Paludi, altro non sarebbe – secondo quel che sostiene l’ingegnere Palermo – l’antica Petelia. Una tesi, quest’ultima al centro d’un dibattito che sul web ha coinvolto storici, archeologi e studiosi. La discussione ha preso le mosse proprio dalla tesi sostenuta da Luigi Palermo, Daniela Francini e Carla Salamanca autori del volume, per i tipi della Jonia editrice, dal titolo “Castiglione di Paludi è l’antica Petelia? Alla ricerca dell’identità per un autentico sviluppo”.
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