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Dal Burkina Faso a Cosenza. Padre e figlio uniti da arte e speranza

La storia del piccolo Momo e del suo papà, in fuga dal continente africano, che hanno trovato un tetto a “Casa San Francesco”

«È una nuova vita colma di speranza quella d’un gruppo di ragazzi e d’un papà col suo bambino nella nostra Casa “Sant’Antonio” di Castiglione Cosentino. In fuga da nuovi scenari di assedio e di fame, da violenze e abusi di gruppi armati che in diverse aree dell’Africa occidentale seminano terrore e morte, sono stati accolti in alcuni spazi dell'antico convento cappuccino, chiamato ad essere ancora luogo autentico di carità, di fraternità e pace».

I volontari della Casa fondazione “Casa San Francesco” raccontano un’ennesima storia di fuga e accoglienza, dolore e speranza scritta in città. Con bambini che si fidano dei loro genitori e sfidano i 59 gradi del deserto per provare a raggiungere la Tunisia che ormai si comporta come la Libia di qualche anno fa. Molti migranti arrivano lì pensando di potere lavorare in nero per mettere assieme i soldi necessari ad arrivare a Lampedusa. Giungono anzitutto da Burkina Faso, Ghana, Guinea e altri stati subsahariani vittime ormai continue di bande armate che anche per questioni religiose assaltano e uccidono senza pietà pure donne e bambini.

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