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Pino Aprile: «Rimanete a studiare in Calabria e investite sulla vostra terra»

«Val la pena di rimanere». Pino Aprile, giornalista, scrittore, appassionato meridionalista, di ritorno da Bruxelles, dove ha partecipato a un incontro con i giovani imprenditori del Sud, s’è fermato a Cosenza per una breve visita. Ne abbiamo approfittato per porgergli alcune domande.

Questione meridionale irrisolta, emigrazione intellettuale costante, diatribe politiche costanti sui temi più forti, dalla scuola alle infastrutture: cosa riserva il futuro ai calabresi?

«La Calabria è una regione senza più Gratteri. Lui è uno dei più grandi meridionalisti di sempre: la sua azione giudiziaria ha avuto lo spessore politico che veniva enunciato lucidamente da persone come Falcone, ma più esplicitamente come Borsellino. Entrambi avevano avuto come maestro un gigante come Rocco Chiinici. L’azione di Gratteri è stata giudiziaria ma con risvolti politici. Lui stesso lo disse dopo gli arresti dell’inchiesta “Rinascita Scott”. In quell’occasione affermò che la magistratura poteva “liberare le piazze” ma subito dopo dovevano essere i cittadini a occupare gli spazi, riempendoli di antimafia. La stessa cosa la diceva Borsellino sostenendo che la società civile non può delegare alla magistratura il giudizio sull’azione della classe dirigente, politica e imprenditoriale. Insomma, non si può far finta di non vedere alcune cose in attesa che arrivi la sentenza di terzo grado. La Calabria e tutto il Sud e l’Italia - basti vedere l’ultima inchiesta su Milano - registrano le mafie che si coordinano con le classi imprenditoriali e in parte politiche. Occorre dunque mostrarsi intransigenti: significa che qualsiasi politico abbia su di sè un ombra di mafia, anche se ingiusta e malevola, non può che sospendersi e vedere riconosciuta la propria innocenza e solo dopo tornare in politica. Il futuro della Calabria passa da questa consapevolezza. Ai giovani dico di investire nelle loro terra, di scommettere qui dove c’è lo spazio per risalire».

Il Cosentino ha una sua peculiarità rispetto al resto della regione?

«A Bruxelles ha molto colpito il racconto fatto dai ragazzi dell’associazione che lungo il fiume Lao gestisce le iniziative turistico-ambientali. In Belgio sono intervenuti una ottantina di giovani che hanno avviato iniziative imprenditoriali e culturali in tutto il sud: dalla Sicilia all’Abruzzo. Di Laino ha parlato Antonio Trani spiegando che intorno al fiume Lao sono state create professionalità specifiche per cui oggi vengono a lavorare nel piccolo centro calabrese anche piemontesi, trentini e lombardi. Siamo di fronte, in sostanza, a una forma inversa di emigrazione grazie a un’attività strutturata da giovani calabresi. E non è poco».

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