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La Sila affascina anche senza neve, Capodanno sold out

Molti alberghi sia a Camigliatello che a Lorica hanno esaurito le disponibilità. Sfida culinaria tra i ristoratori per il cenone

La Sila piace, anzitutto quando le temperature calano. Sarebbe perfetto se ci fosse la neve che invece è assente ingiustificata ormai da troppo tempo attorno ai laghi Arvo, Ampollino e Cecita. Lo sottolinea sconsolato un esercente di Camigliatello quando gli chiediamo di improvvisarsi meteorologo. «Ancora niente, purtroppo. E si vede dalla gente che c’è sul corso. Se la neve non arriva, non sarà facile».
Ma per fortuna il fascino del gran bosco d’Italia resiste, e ormai da giorni tanto a Lorica quanto a Camigliatello ci sono turisti provenienti ovviamente dalla città, ma anche dal resto della Calabria e da altre regioni, a cominciare dalla Sicilia.
Buone notizie per i giorni a cavallo di Capodanno, con gran parte di alberghi e ristoranti pronti a esporre il sold out alle porte d’ingresso. Lo anticipava nei giorni scorsi sempre su queste colonne il leader regionale di Confesercenti, Vincenzo Farina: «Molti alberghi in Sila sono già privi di disponibilità tra la fine di dicembre e gli inizi di gennaio. Un sold out che fa sperare. Certo, ci vuole tanta fiducia di questi tempi. La gente si muove e spende. Le cose vanno bene ma non benissimo. Il problema che si ha in montagna è quello di riempire le strutture non solo a Natale ma anche nei mesi successivi perché, purtroppo, si replica il modello estivo della grande affluenza in agosto e delle difficoltà degli imprenditori a giugno, luglio e settembre. Serve programmare un processo di destagionalizzazione che vada condiviso con altre filiere. E in un certo senso, la cosa sta già avvenendo. Cito ad esempio l’iniziativa con la quale la Regione ha promosso i viaggi d’istruzione in Calabria. Una proposta che è stata condivisa da un centinaio di scuole di tutto il Mezzogiorno. Un target calibrato benissimo da Occhiuto perché si è trattato di un’azione di vetrina assai efficace con i ragazzi che, oltre alla neve delle nostre montagne, hanno apprezzato le località, i borghi, le bellezze naturalistiche. In questo modo sono stati invogliati a tornare, magari con le famiglie», ha commentato Vincenzo Farina.

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