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Cosenza, la Chiesa contro il Piano di chiusura delle frontiere

L’Ufficio Migrantes dell’Arcidiocesi ha organizzato un Festival insieme all’Unical cui parteciperanno volontari di tutta Italia

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L’Europa chiude. Per rendersi più resistente alla “pressione migratoria”. Il nuovo Patto Immigrazione e Asilo, che l’Unione Europea si appresta ad approvare entro questa primavera, mira a inasprire il quadro legislativo sui flussi migratori e a rafforzare ancora di più le frontiere. Un patto che una parte significativa del mondo cattolico e della sosocietà civile non condivide sia nei contenuti che negli obiettivi. «Le frontiere come Ufficio Migrantes dell’Arcidiocesi Cosenza-Bisignano e Migrantes della Calabria, siamo impegnati ad abbatterle e contrastarle ogni giorno. Per questo vogliamo favorire nuove occasioni di riflessione e confronto, per capire, insieme, come contrastare queste politiche pensate con una mera logica emergenziale e securitaria».
È per questo che la Migrantes ha organizzato nell’area urbana il festival “Frontiere”, che si terrà dall’11 al 14 aprile, a Cosenza, con il patrocinio dell’Unical. Quattro giorni dedicati a quattro parole chiave: asilo, pace, accoglienza, popoli. «Quattro giorni» comunicano dall’Arcidiocesi «in cui parleremo il linguaggio dei diritti umani girando per la città, nei luoghi dei giovani, in mezzo alla gente».

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