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Lo scienziato George Gottlob: «Calabria ricca di opportunità»

Lo studioso che ha lasciato Oxford per insegnare all’Unical lancia un nuovo invito ai giovani a ritornare nella loro terra di origine

George Gottlob e Nicola Leone

Uno scienziato che ama la Calabria. George Gottlob, massima autorità europea sull’Intelligenza Artificiale, ha scelto di vivere in un’abitazione di Paola che apre le sue finestre sul mar Tirreno. Simpatico, affabile e geniale, il professore Gottlob ha vissuto a lungo a Vienna e ad Oxford scegliendo poi di venire a insegnare all’Università della Calabria. In queste settimane è in giro per il vecchio continente e non vede l’ora di tornare nella nostra terra. «Sarò lì entro la seconda parte di giugno» spiega mentre è intento a scrivere delle relazioni scientifiche. «Aspetto di assaggiare» afferma sorridendo «i pomodori di Belmonte».
Professore ma perchè ha deciso di venire a fare ricerca nella nostra regione?
«Sono stato per 36 anni fuori dall'Italia, paese che amo molto anche perchè mia moglie è di Genova. Insieme abbiamo deciso di tornare nel vostro paese. Nel corso degli anni, peraltro, sono stato sempre inseguito, in senso positivo, dalla Calabria. Ho lavorato infatti con ricercatori che venivano dal gruppo del professore Domenico Saccà che ha generato un gruppo di giovani studiosi bravissimi. Lo conobbi nel 1982 al politecnico di Milano dove tenne un seminario che mi affascinò molto. Poi ci siamo rincontrati nell’ambito di in un progetto della Uninone Europea - ci vedevamo sempre nelll’isola di Creta - e in quelle occasioni ho conosciuto Nicola Leone e altri professori. Saccà mandò Leone a Vienna dove divenne professore associato e mio collega; poi sono arrivati altri calabresi bravissimi come Scarcello e Flesca».
La Calabria sembrava non volerla mollare?
« Ahahah si. Avevo sempre dottorandi di ricerca calabresi. A Oxford arrivò poi l’attuale direttore del Dipartimento di Informatica, Gianluigi Greco, che è rimasto per un anno. La presenza dei ricercatori mi ha reso la Calabria sempre più familiare. Sono poi venuto molte volte nella vostra regione tenendo seminari e insegnando come professore a contratto. Sono tornato definitivamente perchè l'apprezzo e ho imparato a conoscerla. Non è un passo spavaldo e una scelta ragionata: voglio passare i miei prossimi anni accademici qui».

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