«La situazione è difficile, dobbiamo lavorare molto sulla prevenzione per aiutare i nostri ragazzi che ne hanno tanto bisogno a difendersi dalle dipendenze che sono in aumento, anche perché assai più varie e diversificate del passato». Il responsabile del Servizio Dipendenze (SerD) dell’Azienda sanitaria provinciale, Roberto Calabria, guarda in faccia la realtà, denunciandola senza ipocrisie e mezze misure, né tantomeno silenzi colpevoli. D’altronde lui ha un quadro clinico che lascia poso spazio a interpretazioni. Ecco perché è pronto a lanciare per il secondo anno consecutivo un’importante campagna di ascolto che oltre a prevenire ambisce a spingere in superficie un problema ancora in gran parte sommerso. A causa della vergogna assieme all’incapacità di coglierlo come patologia, in alcuni casi affiancati dalla difficoltà d’individuare professionisti e strutture adeguate ad aiutare.
Ci vuole il bis Come già accaduto lo scorso anno, il SerD avvierà nei prossimi giorni un percorso mirato a raggiungere i ragazzi e i giovani nei loro luoghi di ritrovo, di vita quotidiana, non aspettando che siano loro a recarsi da i professionisti del Servizio Dipendenze o negli ambulatori dell’Asp. Sono previste visite in alcune scuole calcio di Cosenza come del resto dell’area urbana: “Morrone” e “Real Cosenza” in città, la “Eugenio Coscarello” a Castrolibero. Quindi sarà il turno delle piscine, tanto di Cosenza quanto di Rende. Ma l’intervento comincerà già nei prossimi giorni con un banchetto ad hoc nelle strade protagoniste del “Settembre rendese”.
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