Si naviga a vista. Tra dubbi, aspettative e grandi paradossi. Proprio come tutti i settori produttivi dell'economia del Bel paese, anche il calcio brancola nel buio in attese di risposte certe sull'eventuale ripresa delle attività.
Uefa, Lega, Figc e, in parte, l'Aic - a oltranza - spiegano cosa li spinge a voler riprendere a tutti i costi i campionati, nonostante i pareri sfavorevoli del Governo e dell'Istituto superiore di Sanità. Allo stesso tempo, però, non mancano i colpi di scena. L'ultimo, in ordine di tempo, riguarda la presa di posizione della Fifa che ha lasciato tutti quanti di sasso. La federazione internazionale, sovrana assoluta sul pianeta calcio, ha inserito un altro elemento che rende il puzzle ancor difficile da comporre: i contratti non potranno essere “allungati” automaticamente oltre il 30 giugno.
Molte le squadre cadette, stando così le cose, dovrebbero fronteggiare un problema tutt'altro che semplice. Il Cosenza, ad esempio, si ritroverebbe, più di molte altre squadre in categoria, a dover ripartire trovandosi, a un certo punto con una “rosa” ridotta all'osso e appena 9 giocatori sotto contratto. Gli altri 16, invece, il 30 giugno dovranno far ritorno alle squadre di proprietà o concluderebbero l'accordo con i rossoblù, finendo nel bacino degli svincolati.
L'articolo completo nell'edizione odierna di Cosenza della Gazzetta del Sud.
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