Domenica prossima, il Cosenza conoscerà l’ultima rivale della prossima serie B. Padova o Palermo, una di queste due piazze importanti si accomoderà al tavolo al quale ha già preso posto la squadra di Guarascio con il vittorioso playout con il Vicenza. A prescindere da come terminerà il doppio confronto per eleggere l’ultima promossa dalla serie C, sono diverse le formazioni blasonate che parteciperanno ad un torneo ricco di fascino. Su tutte Bari, Benevento, Brescia, Cagliari, Genoa, Parma e Venezia. A queste, almeno inizialmente, si aggiunge anche la Reggina, per l’unico derby tutto calabrese. La posizione degli amaranto però in questo momento è avvolta da grossi interrogativi. Se Reggio Calabria dovesse alla fine restare delusa, subentrerebbe il Vicenza, altra squadra dal passato illustre e con il quale il Cosenza ha appena dato vita ad un doppio confronto molto sentito.
Tutte sfide nelle quali il “Marulla” potrebbe tornare a farsi bello, come avvenuto lo scorso 20 maggio quando l’amore per i colori rossoblù ha richiamato una cornice di pubblico mozzafiato per sostenere Rigione e compagni. Lo spettacolo ammirato contro i biancorossi però è stato una voce fuori dal coro in un’annata, quella del rientro negli stadi, in cui i silani hanno registrato soltanto il tredicesimo dato per numero di spettatori in serie B (con riferimento alle sole partite della fase regolare della stagione). Considerando anche l’enorme affluenza riscontrata con il Vicenza nell’appuntamento chiave, il Cosenza ha portato al “Marulla” poco più di 92mila spettatori in 20 partite interne. Un numero ben al di sotto di quello fatto registrare nell’anno del ritorno nella categoria d’argento (2018-2019) quando in 17 gare (tre in meno, dunque, considerato anche il flop della prima giornata con l’Hellas Verona) lo stadio cosentino è stato riempito da 129mila spettatori. La perdita di 37mila unità del tifo è risultata traumatica in termini economici per le casse della società silana, che in questo caso hanno rimediato parzialmente ai dati negativi con l’introduzione di mini abbonamenti e sconti speciali per le decisive sfide (compresa quella con il Vicenza).
Dai botteghini, in questa stagione, il Cosenza ha incassato circa 600 mila euro. Una cifra di gran lunga inferiore a quanto incassato nell’ultimo anno prima della pandemia. In quella occasione, i silani hanno ottenuto dal ticketing un tesoretto di circa un milione e 150mila euro. Una contrazione del 48% dei ricavi sotto questo aspetto. L’ingente flessione dovrà essere argomento di attenta riflessione tra i vertici della società per operare i correttivi necessari. Sulla pesante perdita di denaro, pesa in qualche misura il Covid tra paura per i contagi e la crisi economica generata (non è un’attenuante la limitazione della capienza in quanto non è mai stata minimamente sfiorata durante i periodi ridotti al 50 e 75% e quando l’afflusso è stato ridotto a 5mila unità).
Il pubblico non ha mai fatto mancare il suo contributo negli appuntamenti importanti ma prevale il sentimento degli scettici e della parte di tifoseria in aperta contestazione con Guarascio a causa di una scarsa programmazione, una campagna acquisti senza nomi di rilievo e la solita rincorsa ad una salvezza affannosa. Il presidente silano deve trovare la chiave di volta per far tornare a divampare il fuoco sotto la cenere.
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