Un lungo giochino social per annunciare il suo ritorno, poi – in serata – è arrivata l’ufficialità (titolo temporaneo con obbligo e diritto di opzione per il riscatto): Gennaro Tutino, dopo tutte le operazioni preliminari, è tornato ufficialmente al Cosenza. Il ventisettenne attaccante napoletano si riappropria della maglia che lo ha visto grande protagonista nella cavalcata promozione in serie B e nella salvezza raggiunta in scioltezza dell’anno successivo.
Il club di Eugenio Guarascio tuttavia ha sviluppato un appetito mai registrato prima d’ora. E dopo Tutino ora sogna un altro grande colpo. Nel mirino è tornato prepotentemente Andrea La Mantia. La Spal ha aperto al prestito con diritto di riscatto. Sulle cifre dell’operazione si può ragionare successivamente (il calciatore, riscattato da poco per oltre un milione di euro, ha un contratto con gli emiliani fino a giugno 2025), intanto, la dirigenza biancazzurra ha raccolto tre interessamenti e adesso aspetta le decisione dell’ariete e del suo entourage. Toccherà a quest’ultimo valutare le proposte e propendere per la soluzione desiderata. Il Cosenza è ben posizionato e vuole restare accomodato al tavolo, contando pure su “corde profonde”, quelle che hanno semplificato l’operazione Tutino.
I rossoblù comunque restano anche attenti a Samuel Di Carmine, svincolato dopo l’ultima esperienza poco felice con il Perugia. Il 34enne, determinato a zittire tutti dopo le difficoltà accusate in campo e al di fuori di esso, è appena rientrato dalle vacanze e si sta mettendo al lavoro con una squadra dilettantistica del perugino per farsi trovare pronto in vista della nuova avventura. Sente di essere ancora in grado di dare tanto, le sue qualità sono fuori discussione. Per il settore offensivo, poi, rimane in piedi anche l’ipotesi Riccardo Improta, elemento duttile in grado di ricoprire vari ruoli.
Micai carico. Al termine dell’unica seduta di ieri, in mattinata, Alessandro Micai si è soffermato a parlare attraverso i canali del Cosenza. Il portiere ha riavvolto il nastro: «Sono contento di aver dato il mio contributo alla salvezza nella passata stagione. La parata su Bianchi è stata determinante, sarebbero potuti cambiare gli equilibri del playout. Durante la mia permanenza al Cosenza ho compiuto due parate tecnicamente migliori contro Cittadella e Venezia ma quella è inevitabilmente la più importante e maggiormente ricordata. Alcuni interventi sono puro istinto, in certi casi ti chiedi pure come siano avvenuti, ti trovi nel punto giusto nel momento opportuno e attraverso di essi riesci ad elevarti. Queste parate arrivano però soprattutto quando un intero ambiente crede in un obiettivo. È stata la stessa cosa per il gol di Meroni, nello spogliatoio ne abbiamo parlato a fine partita, tutti avevamo avuto la sensazione potesse essere un pallone decisivo».
Ha poi spiegato il suo saluto di fine stagione: «Nell’era dei social mi è sembrato doveroso salutare una società che mi ha dato la possibilità di rimettermi in gioco dopo sei mesi in cui ho osservato gli altri giocare, quasi di inattività. Da questo ambiente ho ricevuto tanto e ho restituito altrettanto e mi è sembrato corretto proseguire l’unione. Aspettavo la chiamata di Gemmi, ho chiacchierato con altre squadre ma avevo voglia di restare a Cosenza, con la consapevolezza che possiamo fare meglio e ritagliarci soddisfazioni importanti. Abbiamo una buona base, Caserta è un bravo allenatore ma guai a credere che siamo diventati dei fenomeni. Dobbiamo continuare a fare del sacrificio e della corsa le nostre caratteristiche principali». Infine, un messaggio alla tifoseria: «Questa squadra è giusto che viva d’entusiasmo. Al mio arrivo, a gennaio scorso, non era semplice giocare in uno stadio deserto. Questo ci ha portato a faticare più del dovuto, il cambio d’intensità con il rientro del pubblico è stato notevole. Per noi è fondamentale riaverlo subito in massa».
Il Cosenza vuole un attacco esplosivo. È fatta per Tutino, si punta a La Mantia
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