Sono in tanti a considerare un ‘miracolo’ il fatto che Brunella Guagliani, la 54enne cosentina scomparsa in Sila mentre raccoglieva funghi abbia resistito per 4 giorni e 4 notti all’adiaccio in un canalone senza riportare fratture o altri gravi danni fisici. Inutile dire che il dispiegamento di forze è stato massiccio, anche se poi concretamente a trovarla è stato un operaio forestale. Però dopo il salvataggio, che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tutti e che comunque ha dimostrato l’operatività immediata di forze dell’ordine e volontari, c’è chi si pone qualche problema sulla reale efficacia del coordinamento soprattutto nell’ultima fase. “Perché – si chiedono - dalle 8,00 del mattino, quando è stata trovata sono servite 8 ore per portare via Brunella dal burrone?”. Oltre ore d’attesa per portarla su perché si aspettava un elicottero dei Vigili del Fuoco da Salerno, elicottero arrivato, ma mai atterrato, pare per le condizioni meteo e perché sarebbe andato anche a Lamezia a fare rifornimento. Non sarebbe stato più opportuno far giungere un elicottero dell’esercito di stanza a Lamezia? Ci sarebbe voluto sicuramente meno tempo, o meglio ancora, perché non è stata subito imbarellata e trasferita a mano e con le funi come da subito suggerito dagli uomini del Soccorso Alpino, del Corpo Forestale e della Guardia di Finanza, e come fatto, grazie alle tecniche collaudate, poi nel tardo pomeriggio, fallito l’intervento aereo? Tempo impiegato? Un’ora circa. Era proprio necessario dopo quattro giorni e quattro notti all’aperto tenere Brunella altre 8 ore in montagna? Senza spirito polemico, di sicuro un migliore sinergia avrebbe consentito di portare Brunella in ospedale poche ore dopo il ritrovamento. Ecco le foto del soccorso e trasporto effettuati dagli uomini del soccorso alpino, guardia di finanza, corpo forestale, presenti gli operatori sanitari del 118.
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