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Il boss, il nomade e la vittima: i retroscena della mala cosentina

Vecchie stragi sulle quali si fa luce, casi di lupara bianca che dopo anni vengono svelati. Le dichiarazioni di due pentiti stanno svelando diversi retroscena sulla criminalità organizzata nel Nord della Calabria e sul potere di una mafia che finora è stata sottovalutata, quella degli "zingari", come si legge in un articolo della Gazzetta del Sud di Arcagelo Badolati.

Di questa mafia parlò nel 2001 Franco Bevilacqua, detto “Franco i Mafarda”, boss di Cosenza. Poi anche Franco Bruzzese, padrino nel terzo millennio della “Nuova famiglia” venuta fuori tra l'accordo di clan italiani e quelli nomadi. A loro si è aggiunto Pasquale Perciaccante che ha svelato il luogo della sepoltura di Gianfranco Iannuzzi.

E grazie alle loro dichiarazioni si è fatta luce sulla strage di via Popilia, sulle tragiche sorti toccate all’operaio socialmente utile, Sestino Bevilacqua, e ad Antonio Benincasa.

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