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Il nuovo commissariato di Castrovillari, Gabrielli: "Rinnoviamo il giuramento al Paese"

Missione compiuta. Era dal lontano 2004 che gli agenti del Commissariato di Castrovillari aspettavano il passaggio ad una nuova sede. Il traguardo è stato tagliato (in questo caso il nastro) dal capo della Polizia Franco Gabrielli, dal prefetto di Cosenza, Cinzia Guercio del questore di Cosenza, Giovanna Petrocco e, soprattutto, dal Sindaco della città del Pollino, Mimmo Lo Polito. Adesso il Commissariato di Pubblica sicurezza può contare su una struttura di 3mila metri quadri ultimata in sei mesi di duro lavoro. Dentro c'è veramente tutto.

Un gioiello fortemente voluto dal vice questore aggiunto, il dottor Leonardo Papaleo; ma anche dai sindacati della Polizia, in particolare dal Siulp. Il taglio del nastro s'è consumato a mezzogiorno: il capo della Polizia ha proceduto all'inaugurazione della strada di accesso al Commissariato. Il tratto viario è stato intitolato ad Emanuela Loi. Di seguito la benedizione del vescovo della Diocesi di Cassano Ionio, mons Franco Savino - al suo fianco c'è l'eparca di Lungro, mons. Donato Oliverio – quindi il taglio del nastro a più mani operato dal dott. Gabrielli, dal Prefetto di Cosenza, Cinzia Guercio e dal dott. Leonardo Papaleo.

All'appuntamento erano presenti, tra gli altri, il procuratore capo di Catanzaro, il dottor Nicola Gratteri, ma anche il presidente del Tribunale di Castrovillari, la dottoressa Natina Pratticò, il procuratore facente funzione, la dottoressa Simona Manera ed i vertici provinciali e regionali della forze dell'ordine che, ad ottobre dello scorso anno, riuscirono a fermare uno dei più grossi attacchi della criminalità alla città del Pollino. Tra i presenti anche l'assessore Regionale all'Agricoltura, Gianluca Gallo e il presidente del Parco Nazionale del Pollino, nonché direttore dell'Arpacal, Domenico Pappattera.

Il Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha scandito l'interesse che lo Stato non ha mai fatto mancare alla Calabria. «Si – ha sottolineato l'alto magistrato -  questo non è solo rendere più vivibile e meno stressante il lavoro della  Polizia di Stato. Oggi – ha aggiunto - è la conferma di quello che dico da anni, cioè che i vertici delle Forze dell'Ordine, e mi riferisco alla Polizia, al Comando Generale dell'Arma e della Guardia di Finanza, stanno prestando grande attenzione a questo territorio, in particolare a questo Distretto ed alla Calabria più in generale».

L'attenzione dei vertici delle Forze dell'Ordine è sostanzialmente legato al fatto che: «Sanno perfettamente – ha spiegato il dottor Gratteri - che in questo momento la 'Ndrangheta è il problema numero uno al contrasto delle mafie. Il capo della Polizia, va detto, nel corso degli ultimi due anni ha mandato veramente molti uomini in più in Calabria. Si tratta di giovani usciti dai corsi. Decine di uomini che non portano soltanto la divisa, ma sono investigatori capaci. I risultati  si stanno già vedendo e, soprattutto, li vedremo nell'immediato futuro. Sono qui – ha concluso – perché sono grato al capo della Polizia per questa attenzione, per la sua capacità, per il suo garbo e per il suo essere uomo dello Stato».

Nella festa della Polizia di Stato non mancano tre magnifici poliziotti che, dal giorno della sua istituzione, dal 1 ottobre del 1991, prestano giornalmente ed ininterrottamente la loro opera all'interno del Commissariato di Castrovillari. Nei loro occhi la felicità per un sogno che si avvera. Si tratta dalla prima poliziotta donna del Commissariato di Castrovillari, la sovrintendente Maria Antonietta Valente; del sostituto commissario, Rocco Botta e dell'assistente capo coordinatore, Amedeo Avolio. Loro sono lì, dal 1991, a testimoniare l'impegno e la costanza di un reparto che nel corso degli anni ha firmato importanti operazioni antidroga alle Palazzine Popolari di contrada Porcione, ma anche nel comune di Cassano Ionio, nella Piana di Cammarata e a Spezzano Albanese, vale a dire dove operano i più importanti gruppi criminali della Sibaritide.

La sala riunioni del Commissariato porta due nomi importanti: Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, entrambi rimasti uccisi nell'espletamento delle loro funzioni presso la Questura di Treviso. Tre storie diverse, ma con precisi connotati: l'amore per la Divisa, la Nazione ed il Tricolore.

Pesa, ma non può essere diversamente, lo scandalo di Piacenza, vale a dire dove il delirio di onnipotenza di alcuni Carabinieri ha lasciato il segno in quanti, giorno e notte, lottano contro il malaffare e vegliano sulla sicurezza delle comunità. "A volte – ha spiegato il dottor Gabrielli – si delinque in maniera dozzinale. Qualcuno, pochi, sporcano quella divisa, quella uniforme che così orgogliosamente tante persone hanno non solo vestito, ma onorato. Quanto successo a Piacenza è, per noi, per tutti, un grave delitto. Perché si tratta di contraddire quei valori, tradire quelle persone che hanno sacrificato la loro vita in nome di quegli ideali che stiamo ricordando qui a Castrovillari".

Il massimo dirigente della Polizia di Stato aggiunge: "Oggi non è soltanto una cerimonia formale di inaugurazione, ma rinnoviamo uniti questo nostro giuramento al Paese, questo nostro giuramento alla Carta Costituzionale, giuramento alle Leggi, giuramento a servire il nostro Paese. Il verbo che meglio connota la nostra missione – ha rilevato nel suo discorso - è Servire le comunità la cui sicurezza ci è stata affidata. Questo è il lascito di Emanuela, questo è il lascito di Pierluigi, questo è il lascito di Matteo e chiunque fra di noi tradisce questo lascito, tradisce l'Amministrazione, tradisce il giuramento di fedeltà, tradisce gli ideali di persone che hanno dato la vita per il Paese e non sono degni di vestire la nostra giubba".

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