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"Non si divide una famiglia". A Cosenza scoppia la protesta del liceo "Telesio" FOTO

Ciliegina sulla torta la scossa sismica di ieri. Sembrerebbe che il piano di evacuazione non abbia funzionato. Per questo stamattina gli studenti hanno occupato l’istituto

Scoppia la protesta a Cosenza dei liceali del Telesio. La polemica era nell’aria già da tempo e ieri è arriva al culmine. Il trasferimento di una parte delle sezioni dalla storica sede del liceo bruzio nella struttura delle canossiane non era andata giù a studenti e famiglie.

L’immobile che la Provincia ha messo a disposizione del liceo secondo gli alunni non sarebbe idoneo allo svolgimento delle attività didattiche. Il cortile della scuola si trova in cima a una ripida rampa di scale, i bagni misti tra alunni e docenti si trovano al primo piano e la struttura è distribuita su tre livelli e infine la palestra che non sarebbe adeguatamente attrezzata.

Ciliegina sulla torta la scossa sismica di ieri. Sembrerebbe che il piano di evacuazione non abbia funzionato. Per questo stamattina gli studenti hanno occupato l’istituto. Il preside Antonio Iaconianni ha tentato un’interlocuzione con i rappresentanti di classe e alla fine ha chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. I ragazzi sono rimasti barricati nella struttura e avviato l’autogestione.

La solidarietà di "Sinistra Cgil"

"Naturalmente non resteremmo indifferenti rispetto a qualsivoglia ipotesi di precipitazione negativa della vicenda, in particolare nell’ipotesi in cui dovesse essere minata la sacrosanta libertà di manifestazione ed espressione, il diritto allo studio ed alla partecipazione collettiva alla vita della comunità scolastica". Lo ha affermato, in una nota, Pino Assalone, coordinatore regionale di “Democrazia e Lavoro” - Sinistra CGIL

"Basta una legittima protesta studentesca per far crollare il castello di narrazioni che circonda quel mondo a sé, quella bolla eterea, che il Dirigente del Liceo “Telesio” ha creato intorno a quella scuola. Il problema di base, noto a tutti e da tempo, è la carenza di spazi - ha proseguito Assalone - che avrebbe dovuto “consigliare” al Dirigente di quella scuola, come espressamente previsto dalle normative, di calibrare la formazione delle classi e soprattutto avrebbe dovuto far valutare molto meglio le Amministrazioni Scolastiche e le Amministrazioni Pubbliche Locali (colpevolmente latitanti, anzi omertose) sulla vicenda del rapporto Liceo-Convitto tuttora irrisolta (nonostante si stiano tentando “strani” movimenti per creare illegittimi Istituti Omnicomprensivi che stiamo provvedendo adeguatamente a denunciare nelle sedi opportune). Dopo gli illegittimi tentativi settembrini di far partire l’attività scolastica in Dad, l’imposizione per mesi di turni pomeridiani a studenti, famiglie e personale docente ed ata, è avvenuta la successiva divisione della “famiglia del Telesio” (ritornello che qualcuno ha amato ripetere) senza la adeguata condivisione dei criteri che stanno alla base delle determinazioni che sono state assunte per stabilire chi restava nella sede principale di Piazza XV marzo e chi andava nella succursale (le “Canossiane”). Ci hanno colpito moltissimo le lamentele che sottotraccia in tanti hanno mosso in questi giorni e che hanno fatto emergere le evidenti inadeguatezze dell’edificio che sta ospitando numerose classi con centinaia di studenti del Liceo “Telesio” e pare l’assenza di alcuni fondamentali criteri di sicurezza. Ci ha inorridito invece ogni assenza di risposta della Scuola e, ancor più, il preoccupante silenzio che proveniva dal suo interno, da cui non escono mai prese di posizione pubbliche. Delle due, l’una: o “va tutto bene, madame la marchesa”, o … Oggi l’azione delle studentesse e degli studenti di quella scuola. Quando le questioni diventano di dominio pubblico è sempre un bel segnale di consapevolezza ed assunzione di responsabilità di chi le fa emergere. Ferisce la nostra coscienza di donne ed uomini della CGIL la reazione inopportuna e spropositata, antidemocratica ed autoritaria del Dirigente Scolastico che ha addirittura ritenuto indispensabile, di fronte ad una civile e democratica protesta, invocare l’intervento delle Forze di Pubblica Sicurezza".

 

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