È come se il virus del Covid ne avesse compromesso la funzionalità. Già, in quanto il Planetario ha smesso di accogliere studenti e visitatori proprio a ridosso della pandemia, rimanendo inerme anche quando la vita ha ricominciato a scorrere nelle piazze e lungo le strade.
Un periodo di inattività che ha finito per diventare congenito, mentre rimangono impresse nella mente le lunghe file di appassionati intenti a guadagnare un posto su quelle poltroncine super moderne per ammirare le stelle e i pianeti. Oggi quella struttura, unica nel suo genere in Calabria e forse in tutto il Sud, continua a mantenere i cancelli chiusi, sbarrati, chiamata, anche insieme al ponte realizzato dall'architetto Calatrava e intitolato a San Francesco di Paola, a rivitalizzare l'intera zona di Gergeri.
Il vero problema sembrerebbe legato alla gestione del Planetario, i cui costi risulterebbero elevati rispetto al mantenimento del cupolone astronomico, specie adesso che l’energia produrrà ulteriori rincari. L’amministrazione comunale ha messo in campo delle possibili soluzioni, ragionate intorno a un tavolo al quale sono stati invitati, recentemente, alcuni docenti dell’Unical, come il professore Franco Piperno, tra i primi a credere alla bontà dell’opera all'epoca in cui sindaco era Giacomo Mancini e poi ancora Eva Catizone, portata a compimento durante il governo Mario Occhiuto.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud – Cosenza
Caricamento commenti
Commenta la notizia