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Rende, "Reset” regge al vaglio del TdL: decine gli arresti confermati

Annullate solo 27 delle 202 ordinanze cautelari disposte dal Gip distrettuale

Una possente spallata. La più forte inferta negli ultimi 15 anni dalla magistratura antimafia alla criminalità organizzata operante nella vasta e ricca area compresa tra Cosenza e Rende. I numeri raccontano tutto: 202 sono stati infatti i provvedimenti cautelari firmati dal gip distrettuale di Catanzaro, Alfredo Ferraro, su richiesta del procuratore Nicola Gratteri, dell’aggiunto Vincenzo Capomolla e dei pm Vito Valerio, Corrado Cubellotti e Margherita Saccà. Sul campo tre forze investigative: i carabinieri del colonnello Agatino Spoto, i poliziotti del questore Giovanna Petrocca e i finanzieri del colonnello Giuseppe Dell’Anna. Con loro gli specialisti dello Scico e dello Sco.
Finita la fase dei ricorsi ai giudici del Riesame, l’inchiesta “Reset” si avvia alla conclusione forte delle conferme ottenute davanti ai Gip e al Tribunale della libertà a conclusione del primo confronto tra pubblica accusa e collegio difensivo.
Approfondiamo. Su un totale di 202 misure restrittive di diverso tenore sono stati solo 27 gli annullamenti disposti dal Riesame. Tra i 98 imputati ai quali era contestata la partecipazione all’associazione mafiosa - composta da clan “confederati” - solo 7 hanno ottenuto la scarcerazione, per tutti gli altri 91 sono rimaste in vigore le misure adottate. I presunti componenti del cosiddetto livello apicale della ‘ndrangheta cosentino-rendese rimangono sottoposti a provvedimento cautelare. Si tratta di: Francesco Patitucci, Adolfo e Massimo D’Amborsio, Mario Piromallo detto “Renato”, Roberto Porcaro, Michele e Umberto Di Puppo, Antonio Presta. Con loro pure, tra gli altri, rimangono soggetti a ordinanza cautelare Salvatore Ariello, Carlo Drago, Antonio Illuminato, gli imprenditori Agostino Briguori e Ariosto Artese, il consulente aziendale Andrea Mazzei, il parrucchiere Alessandro Catanzaro, il sindacalista (sospeso) Gianluca Campolongo. Rosanna Garofalo (moglie di Patitucci), Silvia Guido (ex moglie di Porcaro).
Agli arresti domiciliari sono rimasti l’assessore (sospeso) del comune di Cosenza, Francesco De Cicco, coinvolto nella parte di inchiesta riferita al “Gaming” con l’ex poliziotto Silvio Orlando; il conduttore televisivo e presentatore, Francesco Occhiuzzi, mentre all’ex assessore di Rende, Pino Munno, è stato imposto il divieto di dimora nella nostra provincia. Annullata totalmente, invece, dal TdL la misura originariamente disposta nei confronti del sindaco della città del Campagnano, Marcello Manna.
Tutti gli indagati si protestano innocenti e tali dovranno essere considerati sino alla definizione della vicenda giudiziaria.

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