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Cosenza, quando quella notte il Crati entrò nella città vecchia

La sera del 24 novembre del 1959, il fiume, gonfiato dalle piogge abbondanti dei giorni precedenti, raggiunse la piena all’altezza del ponte di San Lorenzo ed esondò tra Caricchio e Casa Donato

La storia in Calabria è una prosa senza fine che si unge di sensi di colpa, di tragedie, di rischi e di paura. E, qualche volta, purtroppo, anche di morte. In questa terra, il castigo è arrivato spesso dal cielo, nero e gonfio di pioggia. Per questo, la gente che vive qui teme, ogni volta, che il diluvio possa gonfiare i corsi d’acqua e trasformare interi costoni in colate di fango e detriti. Sono soprattutto i borghi aggrappati alle montagne a diventare insicuri dopo ogni tempesta, dopo ogni perturbazione. Frane e smottamenti nei centri abitati e lungo vecchie e nuove strade hanno un legame stretto con la regione delle grandi emergenze. È già successo in passato tante volte. Catastrofi ambientali che molte volte hanno cambiato la storia di interi paesi. In questa porzione di Calabria, in particolare, ogni paese, ogni città presenta una porzione variabile di territorio minacciato dalla natura. E quello che è accaduto nelle ultime ore non è certo un evento eccezionale. È accaduto molte volte e sempre allo stesso modo all’interno di questa enorme zona rossa a rischio idrogeologico e di pericolosità di frana che comprende, in pratica, tutti i 150 comuni.
Proprio oggi Cosenza ricorda l’esondazione del Crati che 63 anni fa portò devastazione e lacrime nel borgo antico. Per giorni, le botteghe, i bassi e le cantine rimasero imprigionate tra fango e detriti che avevano attraversato le strade della città vecchia. Le cronache dell’epoca raccontano giorni di pioggia prima di quel 24 novembre del 1959. Pioveva di giorno e di notte. Acqua, sempre più acqua dal cielo. Precipitazioni abbondanti che avevano trasformato in risaie le campagne fino alle porte della città. E il fiume era più gonfio del solito. Gli anziani del tempo ricordavano ancora il disastro della notte del 30 ottobre del 1903 quando la destra del Busento esondò e le sue impetuose acque piegarono due campate del ponte della Statale 62 e provocò crolli in due abitazioni, nella caserma militare e nella chiesa di San Domenico.

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