Paolo Dimitrio: aveva assunto questa identità il superlatitante Edgardo Greco, 63 anni, nato a Belvedere Marittimo e cresciuto criminalmente a Cosenza, ergastolano e ricercato dal 2006.
I carabinieri del Reparto operativo provinciale di Cosenza, diretti dal tenente colonnello Dario Pini, l'hanno scovato in una pizzeria di Saint Etienne - "L'agorà" -, in Francia. L'uomo, condannato con sentenza definitiva per duplice omicidio, viveva oltralpe dal 2014 e lavorava nel locale pubblico come pizzaiolo.
L'operazione condotta dai militari del colonnello Agatino Saverio Spoto, è stata coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri. Greco aveva assunto l'identità di un sorvegliato speciale pugliese e all'arrivo dei carabinieri ha tentato di negare chi fosse davvero.
Il sessantatreenne è un personaggio rilevante della criminalità organizzata bruzia ed è stato giudicato responsabile dell'assassinio, avvenuto nel 1991 in un deposito-garage di Cosenza, dei fratelli Stefano e Giuseppe Bartolomeo. Le vittime, che nel 1985 avevano ucciso il direttore del carcere Sergio Cosmai, vennero massacrate a colpi di spranga. I loro corpi furono sepolti in Sila e successivamente dissotterrati e squagliati nell'acido quando comparvero sulla scena giudiziaria dell'Alta Calabria i primi pentiti di 'ndrangheta.
Greco era pure chiamato negli ambienti criminali il "killer delle carceri" perché negli anni 80 aveva tentato di ammazzare nel penitenziario di Cosenza, a colpi di pistola, il capobastone calabrese Franco Pino. E' accusato anche del tentato omicidio di Emiliano Mosciaro, avvenuto sempre a Cosenza il 21 luglio del 1991. Nel 1996 Edgardo Greco, durante la celebrazione del maxiprocesso "Garden" finse l'inizio di una collaborazione con la giustizia facendo ritrovare delle armi: era un trucco per confondere le acque e ottenere benefici.
Non è dunque Pasquale Bonavota la primula calabrese più ricercata tra i latitanti italiani. Ma, come dimostrano i fatti, si tratta proprio di Edgardo Greco. Tutti si erano dimenticati di lui, tranne Nicola Gratteri. Greco apparteneva al gruppo mafioso guidato dai fratelli Lino e Mario Pranno.
Sia il duplice omicidio che il tentato omicidio contestati a Greco rientrano nella «guerra di mafia» che si scatenò nei primi anni '90 a Cosenza tra le cosche «Pino-Sena» e «Perna-Pranno». A carico di Greco pendeva inoltre un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale di Catanzaro nel 2014 in relazione alla condanna all’ergastolo comminatagli per l’omicidio dei fratelli Bartolomeo.
I carabinieri che hanno eseguito l’arresto di Edgardo Greco hanno lavorato, nella fase finale dell’operazione, insieme al personale delle unità catturandi italiana e francese e dell’Unità I-Can dello Scip del Ministero dell’Interno.
Wanda Ferro: "Lo Stato è impegnato con tutte le sue forze nel contrasto alla criminalità"
“La cattura in Francia del latitante di ‘ndrangheta Edgardo Greco, ricercato da 17 anni e su cui pendeva un mandato d'arresto europeo emesso dalla Procura generale di Catanzaro, è il frutto dell’importante attività di cooperazione internazionale tra gli investigatori italiani e quelli di altri paesi che partecipano al progetto I-Can. Rivolgo le mie congratulazioni ai carabinieri di Cosenza che hanno condotto le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, e che hanno operato insieme al personale delle unità catturandi italiana e francese e dell’unità I-CAN dello SCIP del Ministero dell’Interno. Greco, considerato affiliato alla ‘ndrina Perna-Pranno di Cosenza e condannato all’ergastolo per il duplice omicidio dei fratelli Bartolomeo, avvenuto nel gennaio del 1991, lavorava in un ristorante come cuoco. La determinazione con cui le forze dell’ordine e la magistratura sono riuscite a pervenire alla cattura del pericoloso latitante dimostrano che lo Stato è impegnato con tutte le sue forze nel contrasto alla criminalità organizzata”. E’ quanto afferma il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro (FDI).
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