Cosenza

Lunedì 25 Novembre 2024

Cassano, il Pg chiede l’ergastolo per “dentuzzo”

La vettura su cui fu assassinato Eduardo Pepe
Nicola Acri
Franco Abbruzzese
Il sostituto procuratore generaleLuigi Maffia

Fine pena mai. Il sostituto procuratore generale di Catanzaro, Luigi Maffia, ha chiesto il carcere a vita per Franco Abbruzzese, 57 anni, detto “dentuzzo”, capo carismatico dell’omonima consorteria criminale operante nella Sibaritide. Il magistrato, con un’articolata requisitoria densa di riferimenti fattuali e di spunti tecnico-giuridici, ritiene che sia pienamente dimostrabile la partecipazione attiva di Abbruzzese nel duplice omicidio che segnò l’avvio dell’ascesa della criminalità nomade nel Cassanese. Il fatto di sangue risale al 6 gennaio del 1999. Quel giorno all’ingresso di Lauropoli vennero spediti all’altro mondo Giuseppe Cristaldi, “uomo di rispetto” legato alle vecchie gerarchie della ‘ndrangheta, e Biagio Nucerito, suo fidato autista. I due viaggiavano a bordo di un’auto e stavano tornando da un incontro appena avuto nella frazione “Timpone rosso”. Il racconto lineare di quanto avvenne 24 anni fa, è stato reso alla Corte di assise di appello di Catanzaro da Nicola Acri, ex boss di Rossano e “azionista” legato per lungo tempo a doppio filo ad Abbruzzese. “Occhi di ghiaccio”, che collabora da tempo con i magistrati della procura distrettuale, condusse la vettura su cui prese posto “dentuzzo” e con la quale raggiunse le due vittime. Cristaldi venne raggiunto da 19 colpi di kalashnikov e finito con un colpo di pistola alla testa, mentre Nucerito ferito a morte da tre pallottole. L’auto e le armi furono successivamente date alle fiamme e il “commando” recuperato da Eduardo Pepe. Nel crimine, a sentire Acri, venne coinvolto pure Filippo Solimando contro il quale però non pende al momento alcuna ufficiale accusa. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza

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