Smantellate le "piazze" di spaccio. La squadra mobile di Cosenza ha disarticolato la rete di vendita della droga pesante e leggera messa in piedi nel capoluogo bruzio e, in particolare, nelle aree del centro storico, dell'autostazione e del quartiere popolare di via Popilia. Venti le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip su richiesta del procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo. Cinque gli indagati finiti in carcere, dieci agli arresti domiciliari e cinque sottoposti a obbligo di dimora. I provvedimenti restrittivi sono stati firmati dal Gip Letizia Benigno e richiesti dal pm Maria Luigia D'Andrea. L'operazione, denominata "Pressing" è stata coordinata dal questore Michele Maria Spina ed ha visto impegnato sia il personale della Questura che quello del Reparto prevenzione crimini Calabria. Le indagini sono state sviluppate dalla sezione Narcotici, guidata dal sostituto commissario Francesco De Marco.
I nomi
In carcere: Andrea Perri; Carmelo Airano; Italo Garrafa; Ippolito De Rose e Stefano Casole.
Ai domiciliari: Alex Serafini; Toni Berisa; Daniel De Rose; Emiliano Chiuca; Claudio Biesuz; Paolo Recchia; Manjuel De Rose; Antonio Meduri; Regep Berisa; Pierpaolo Tosti.
Obbligo di presentazione alla Pg: Stefano Noblea; Annamaria Catanzaro; Rosa Martoro; Anna Chiuco; Valeria Del Popolo.
Il questore Spina: "Droga davanti alle scuole"
Il questore Spina sul blitz ha dichiarato: "L'inchiesta conferma la pressione che stiamo esercitando sulle piazze di spaccio: si vende droga a studenti davanti alle scuole, a extracomunitari, a consumatori abituali. La vendita di stupefacenti nel capoluogo bruzio è elevata e crediamo di aver inferto una buona spallata alla rete che ne governa la commercializzazione".
Pedinamenti e intercettazioni
Gli investigatori della Mobile, guidati dal dirigente Angelo Paduano e dal vice, Nino Tedeschi, hanno seguito per mesi le mosse degli indagati attraverso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, riprendendo a distanza anche cessioni e contatti tra gli spacciatori e i consumatori. Testimoniati pure i rapporti con personaggi gravitanti nel mondo degli extracomunitari.
Duecento capi d'imputazione, 30 indagati
Anche estorsione come conseguenza dell’attività di 30 indagati. Duecento i capi di imputazione, ad alcuni dei quali sono contestati anche violente aggressioni fisiche a cui avrebbero fatto ricorso in qualche occasione per recuperare i crediti derivanti dalla cessione di droga. In alcuni casi venivano minacciati anche i familiari di chi non aveva pagato. Alcuni degli indagati svolgevano l'attività di spaccio nonostante fossero agli arresti domiciliari, avvalendosi anche del contributo dei loro familiari che, all’occorrenza, diventavano preziosi collaboratori nelle cessioni di droga e nel recupero crediti.
Scambi di droga per soddisfare i clienti
La pericolosità di alcuni di loro, secondo gli investigatori, è stata confermata dall’accertata detenzione e dal porto illegale di armi. Gli indagati, organizzati in rete, e la cui attività di spaccio si è svolta in maniera sistematica nell’arco di 12 mesi, erano pronti, alla bisogna, di rifornirsi di droga reciprocamente al fine di soddisfare le richieste della propria "clientela" ampiamente diversificata e di diversa estrazione sociale. Nel corso delle attività d’indagine, sono stati effettuati sequestri pari ad oltre 8 chilogrammi di marijuana, grammi 200 cocaina, 1,5 chilogrammi di hashish e diversa eroina. Durante l’esecuzione delle misure cautelari sono stati sequestrati altri stupefacenti e materiale per la pesatura.
Impiegati 150 operatori
Per l’esecuzione delle misure cautelari sono state impiegate circa 150 operatori, oltre che della Squadra Mobile di Cosenza anche dei Commissariati distaccati di Corigliano-Rossano, Paola e Castrovillari nonché dei Reparti Prevenzione Crimine di Cosenza, Vibo Valentia e Siderno, delle unità cinofile della Questura di Vibo Valentia e del Reparto Volo di Reggio Calabria.
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