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"Matti", la mostra fotografica sui manicomi al BoCs Art Museum di Cosenza

Quarant'anni dopo l'entrata in vigore della Legge Basaglia, la "vergogna dei manicomi" viene documentata in una parte della mostra di fotografie "Matti", di Mauro Vallinotto, inaugurata nel "BoCs Art Museum" di Cosenza, aperta fino al 12 dicembre. Una seconda parte della mostra é dedicata alle onlus che oggi si occupano dell'assistenza alle persone con disagio mentale. "L'Italia - dice Vallinotto - è l'unico paese che ha abolito i manicomi, ma, come tutte le grandi leggi, anche questa per molto tempo non ha trovato attuazione. Dopo 40 anni mi sono chiesto che fine avessero fatto i 'matti', perché la legge non aboliva il disagio e la malattia, ma solo le strutture. E così ho voluto raccontare le associazioni che aiutano questi malati ad uscire dal loro tunnel. La differenza è che ieri entravano nei manicomi e nella maggior parte dei casi ci morivano. Oggi non è più così, grazie all'assistenza continua ed alle nuove terapie".

Vallinotto ha immortalato i "pazzi" rinchiusi a Collegno e, a Torino, le donne di via Giulio e i piccoli sfortunati, bollati come "ineducabili", di Villa Azzurra. "Ho documentato - afferma ancora Vallinotto - casi di ragazzi che affrontano un percorso difficile, ma si avvicinano a una vita cosiddetta normale".

L'esposizione di questo spaccato atroce e realista dell'Italia che fu nasce dalla collaborazione tra l'Amministrazione comunale di Cosenza e il Centro di solidarietà "Delfino onlus", un'iniziativa voluta fortemente dal sindaco Mario Occhiuto e dal vicesindaco e assessore alla Cultura Jole Santelli, oltre che dal presidente del "Delfino onlus", Renato Caforio. Vallinotto, prima dell'inaugurazione, ha incontrato i ragazzi del liceo classico "Bernardino Telesio", ai quali ha raccontato la propria esperienza, mostrato la macchina per l'elettroshock, e lasciato un messaggio che ha definito "fondamentale". "Mai - ha detto - smettere di indignarsi, mai dimenticare ciò che è stato. E oggi che sentiamo parlare di 'schedature' e di 'diversi', il timore è che qualcuno un giorno possa dire 'torniamo indietro, riapriamo i manicomi'. Su questo, tutti, dobbiamo vigilare. Dobbiamo aiutare le persone non richiuderle"

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