È stata inaugurata venerdì pomeriggio, al BoCs Museum, la mostra “Pelli di Seppia”, una personale di Simone Bergantini curata da Simona Caramia e Giuseppe Negro, docenti Aba Catanzaro come lo stesso artista, nata dalla sinergia istituzionale tra l’Accademia catanzarese e il Comune di Cosenza incastonata nelle iniziative incluse nel progetto “Ceilings”.
I generosi spazi al secondo piano del BoCs, quindi, fino al prossimo 12 dicembre ospiteranno le fotografie di Bergantini in cui è ritratto un personaggio in costume mimetico che esegue una sequenza di movimenti ispirati all’universo espressivo delle seppie, animali in grado di comunicare nel silenzio dell’ambiente marino semplicemente cambiando colore della pelle grazie a delle contrazioni muscolari. Alcuni degli scatti sono stati realizzati appositamente in relazione allo spazio espositivo e alla città nel corso di sessioni fotografiche per le vie di Cosenza e all’interno del Museo multimediale Consentia Itinera, grazie alla disponibilità della direttrice Anna Cipparrone.
«Il titolo della mostra è un evidente omaggio a “Ossi di Seppia”, di Eugenio Montale, ma con una sostanziale differenza: se nei suoi scritti, Montale raccontava di un’umanità ridotta all’osso, io ho voluto invertire questa prospettiva pensando ad un’umanità ridotta alla pelle, alla superficie. La mostra, poi, nasce in relazione allo spazio: assieme ai curatori, infatti, abbiamo sentito l’esigenza di ampliare il progetto. Abbiamo così deciso di contestualizzare in città una tuta mimetica nata per nascondersi ottenendo così il risultato opposto: dal mimetismo siamo passati all’estrema visibilità», ha spiegato Bergantini.
La collaborazione tra Accademia e Comune di Cosenza è un elemento che risponde alla consolidata volontà dell’Aba di “contaminare” d’arte e cultura il territorio calabrese, una scelta precisa votata a connettere gli studenti con il tessuto sociale ed economico per instaurare un rapporto di reciproca conoscenza e di relazione: «Questa mostra – ha detto Simona Caramia – ci ha permesso di tirar fuori uno spaccato dell’esistente e un dialogo con la collezione permanente del museo, che ha portato all’esposizione della sezione “Luoghi e confini di città”, visibile sino al 12 dicembre. La nostra idea è proprio quella di stare all’interno del territorio in maniera fluida, provando a contribuire all’esperienza dell’arte cercando di entusiasmare i nostri studenti facendoli sentire parte di una comunità allargata e formando così dei giovani e capaci professionisti del mondo dell’arte».
All’allestimento della mostra hanno collaborato gli studenti dell’Aba Catanzaro Maria Gilda Perri, Michela Intrieri, Francesca Felicetti e Tiziana Costanzo con il coordinamento del docente Tommaso Palaia.
La sinergia istituzionale è, poi, tra gli elementi ritenuti rilevanti dalla stessa amministrazione comunale cosentina, venerdì rappresentata dalla direttrice del BoCs, Marilena Cerzoso: «Siamo particolarmente contenti di questa opportunità data dalla collaborazione con l’Accademia di Catanzaro, perché rende possibile quella apertura a nuove iniziative del BoCs Museum il quale è nato proprio come museo dinamico e in continua evoluzione. Questo rapporto ci permette, allora, di riordinare la collezione delle opere del BoCs Museum facendo dialogare le opere dell’Accademia con quelle del museo mettendo insieme linguaggi artistici differenti: questo bisogno di contaminarsi, di incontrarsi è proprio quello per cui noi lavoriamo. L’amministrazione comunale che stasera rappresento è stata lieta di accogliere questa proposta dell’Accademia attraverso la quale valorizziamo ulteriormente questo spazio».
La mostra sarà visitabile nei seguenti orari: dal martedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19; sabato, dalle 9 alle 13. Il BoCs Museum è in piazza Tommaso Campanella, 22, all’interno del Complesso monumentale di San Domenico.
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