In ogni caso non siamo in grado di conoscere come era la fabbrica del Duomo all’epoca in cui intervenne nella ristrutturazione Luca Campano. Non si esclude che al momento della consacrazione del gennaio 1222 la costruzione non fosse ultimata. Belcastro ha continuato il suo intervento parlando dell'abbazia di San Giovanni in Fiore, del suo repertorio storico, dei significati religiosi e spirituali e ha così concluso:- Senza avere la pretesa di essere stato esaustivo, considerato l’argomento oggettivamente complesso, rimando tutte le conclusioni agli studi effettuati e a gli scritti di Luigi Bilotto, di F.S. Mollo, di Fulvio Terzi e a quelli ancora in corso, non ultime le indagini effettuate dalla cattedra di archeologia medievale dell’Unical, ma con la certezza di proseguire con profonda umiltà e sincera dedizione i miei studi e le mie ricerche, consapevole degli sviluppi provenienti dalle analisi e dalle conoscenze che sicuramente verranno approfondite nel futuro dalla comunità scientifica. Dopo l'intervento dell'architetto Belcastro, non si può che tornare a parlare di bellezza attraverso l'allestimento di una mostra presso il Palazzo della Curia arcivescovile, realizzata dagli alunni del biennio del Liceo Artistico di San Giovanni in Fiore. Gli alunni, con le loro opere, hanno pensato di porre l'attenzione su questo legame tra la Cattedrale di Cosenza e l'Abbazia Florense, legame trovato nei rosoni, che hanno riprodotto e interpretato con le loro similitudini e differenze. I due rosoni- come spiega il prof.
Vincenzo Calfa, docente di tecniche pittoriche-sono stati realizzati con carboncino e gessetto sulla carta da imballaggio. I ragazzi hanno voluto anche omaggiare la Cattedrale che ci ha ospitati, con due quadri. Il primo rappresenta la cattedrale com'era in origine, realizzato su tavola su cui è stata praticata un'imprimitura in gesso e colla ed è stato scelto il monocolore per dare un effetto antichizzato. L'altro quadro, realizzato con una tecnica più moderna, rappresenta la Cattedrale oggi.
L'omaggio a Nolè
Non poteva mancare la riproduzione del quadro raffigurante la Madonna del Pilerio, simbolo della città di Cosenza. L'opera-precisa il prof. Calfa- è stata realizzata su tavola ed è stata resa ancora più preziosa grazie all'applicazione sullo sfondo della foglia d'oro. Gli alunni e i docenti hanno poi voluto ricordare l'arcivescovo Francesco Nolè, scomparso recentemente, attraverso la creazione di un busto in gesso, anche gli occhiali sono stati realizzati a mano nel laboratorio di oreficeria della scuola. Gli alunni insieme al prof. Giulio Faragasso, docente di tecniche plastiche, hanno realizzato due bassorilievi, uno raffigurante i due rosoni messi a confronto e l'altro raffigurante l'icona della Madonna del Pilerio. Sempre per rendere omaggio alla figura dell'Arcivescovo Nolè è stata realizzata una vera e propria opera di oreficeria, raffigurante lo stemma episcopale. L'opera è stata creata attraverso l'utilizzo di varie tecniche orafe- sottolinea il Prof. Giovanni Porcelli, docente di design del gioiello,- tra cui quella dello smalto a fuoco, lavorazione che ha origini molto antiche risalenti all'incirca a oltre 2800 anni a.C. Lo smalto è un materiale vetroso, la cui origine si fa risalire agli antichi Egizi, oltre 2800 anni a.C. La sua storia viaggia di pari passo a quella del vetro, di cui lo smalto è parente assai prossimo per composizione e caratteristiche.