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Vent'anni senza Giacomo Mancini: leader socialista e sindaco di Cosenza. Quella volta alla Gazzetta...

Era il 2002 quando Cosenza diceva addio per sempre a Giacomo Mancini. Leader socialista, storico sindaco della città dei bruzi e soprattutto politico di caratura nazionale.

Sempre in prima linea per la sua città, ma anche per promuovere i diritti civili. Fu uno dei primi ad avviare la battaglia per il divorzio, negli anni '70. Il suo nome, un ventennio più tardi, riempì le cronache dei giornali per la sua testimonianza offerta in procura sui finanziamenti illeciti dei partiti (nella fattispecie il Psi), mentre un'autentica bufera stava già avvolgendo Bettino Craxi e i suoi.

Il suo impegno per Cosenza

Dopo un breve periodo da sindaco, nel 1985, Mancini tornò ad occupare il posto più prestigioso nella città d'origine nel 1993, vincendo la tornata elettorale a capo di un gruppo di liste civiche slegate dai partiti tradizionali. Un anno delicato perché coincise con vicende giudiziarie. Venne prima condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e, un anno dopo, assolto dalla Corte d'Appello che cancellò la prima sentenza. Un'accusa che respinse sempre con forza. Dopo le vicende giudiziarie, l'attività politica ricominciò e Mancini venne rieletto sindaco nel 1997 sotto la coalizione dell'Ulivo. Morì all'età di 86 anni. Dagli anni Sessanta in poi fu una figura di spicco del Partito socialista ed era molto attivo sul territorio nazionale. Fu presente a Messina in occasione della posa della prima pietra del nuovo stabilimento della Gazzetta del Sud, al fianco del cavaliere Uberto Bonino.

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