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Cosenza, Dionigi più forte degli spacciatori di luoghi comuni. Voca (urlatore silenzioso) e gli “sbarbati”

Quando il “manico” conta. Anzi, quanto conta il “manico”! In attesa del groviglio di partite del sabato, il Cosenza di Davide Dionigi si gode il quinto posto in classifica e un soggiorno meritato (comunque andranno le partite di oggi) in zona playoff. Il braccio di ferro con il Como, stando ai beninformati, si presentava come il più classico degli scontri Davide contro Golia. Peccato che per il gigante comasco - che si è presentato in riva al Crati, con il volto internazionale di Fabregas e l'esperienza in categorie superiori di gente come Cutrone e Baselli (tutti sotto la sufficienza) - il Davide (Dionigi, appunto) di giornata fosse particolarmente ispirato. E no, non si tratta delle scelte effettuate da inizio gara o a match in corso, ma della gestione complessiva tenuta dall'ex bomber sin da inizio stagione. Un allenatore che ha dimostrato, se ancora ce ne fosse bisogno, di essere evoluto nel pensiero. Perché, diciamocelo francamente, il Cosenza non è stato allestito per veleggiare nelle parti nobili del mare cadetto. Eppure è lì, e stringe la mano alle corazzate di serie B. Ad alcune prestigiose contendenti è addirittura salito in groppa con sfacciataggine. Che insolenti questi “lupi”. Questi giovani “lupi”. Perché nella gestione di Davide - il gigante travestito da “nano” - c'è anche una buona (buonissima) dose di coraggio. Che lo ha spinto ad attingere a piene mani dalla valle verde che gli hanno messo a disposizione il ds Gemmi e il patron Guarascio.

Il Como si presenta con l'ex Milan Cutrone? Il Cosenza risponde con un altro canterano rossonero (sì, ma di cinque anni più giovane e all'esordio assoluto con i rossoblù). Quel Nasti che la porta non la vede mai, ma in compenso lotta come un leone contro due bucanieri cadetti agevolando gli inserimenti dei compagni. Il più giovane di una nidiata giovanissima. Lui (Nasti) classe 2003. Gli altri poco ci manca: in assenza di Florenzi (out a causa del ginocchio, ma imprescindibile) spiccano anche i 2000 Merola e Brescianini, i 99 Brignola, Panico e Venturi. Se vogliamo anche i 97 Matosevic (peccato per l'indecisione sul gol comasco), D'Urso e Voca. Già Idriz Voca: arrivato lo scorso anno nel più totale anonimato e ormai manometro imprescindibile. Non lo vedi ma c'è. Sembra silenzioso in realtà “urla” e... pizzica: decine e decine i palloni sporcati, le traiettorie rovinate agli avversari, i recuperi determinanti. In molti invocano l'inserimento immediato di Calò (avverrà, non appena sarà in condizione, ma calma...) non accorgendosi che chi gli sta tenendo il posto in caldo difficilmente uscirà mai dalla contesa. D'altronde sono gli stessi che gridavano allo scandalo quando Dionigi ha messo piede al “Sanvitino” e per suffragare la loro presa di posizione sfoggiavano il sempreverde: “Questo qui alla prima pausa salta”. Del doman non v'è certezza, ma al momento la profezia non si è verificata. Con buona pace degli spacciatori di luoghi comuni.

Foto Arena

 

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