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Brescia-Cosenza, una guerriglia: “Blocchi di cemento ricavati dalle panchine per fare male”

Scene che hanno fatto male, malissimo al calcio, allo sport. A prescindere dalla fede calcistica. Hanno fatto male, malissimo a chi che la ha osservate in tv, ma potevano arrecare danni serissimi (fisici) anche a chi le ha vissute all'interno e all'esterno dello stadio “Rigamonti” di Brescia. In particolare le forze dell'Ordine locali e ai tifosi del Cosenza. Sì, perché il gruppo di bresciani (definirli tifosi sarebbe squalificante per chi ha assistito civilmente alla gara) che ha dato il via alla guerriglia di giovedì notte - mentre era in corso la gara playout di serie B tra Brescia e Cosenza - , stando a quanto riporta in uno speciale molto articolato il quotidiano cartaceo Bresciaoggi, non avrebbe solo mandato un messaggio di frustrazione dopo il gol del rossoblù Meroni (sinonimo di salvezza per gli ospiti e di retrocessione per i padroni di casa), ma sarebbe stato capace di andare oltre. All'esterno dello stadio, ad esempio, sono state divelte e distrutte alcune panchine, con lo scopo - pare - di ricavarne blocchi di cemento da scagliare. Una notte di inferno che ha costretto centinaia di tifosi rossoblù all'interno dello stadio, insieme alla squadra, fino alle 2 di notte, quando all'esterno la situazione di tranquillità non è stata ripristinata.

Il bilancio della guerriglia a Brescia

Cinque fermi e undici feriti (otto poliziotti e tre steward) è il bilancio provvisorio, sempre secondo Bresciaoggi, ma ci sono diversi video al vaglio degli inquirenti con lo scopo di individuare i più esagitati nella notte di follia. Alcuni tra loro hanno anche tentato di sfondare la vetrina del Brescia store, dopo aver appiccato fuoco all'auto del difensore del Bresciano Huard. La prefetta locale Maria Rosaria Laganà ha preso le distanze da quanto accaduto, così come la sindaca Laura Castelletti e diversi esponenti politici del posto. La stessa società, guidata dal contestato Massimo Cellino, si è dissociata.

Cosa rischia il Brescia?

Come se non bastasse la retrocessione e la figuraccia che ha fatto il giro delle televisioni internazionali, il Brescia va incontro anche a delle pesanti sanzioni. Si temono i “lucchetti” al “Rigamonti” per almeno un paio di gare e una multa salatissima alla società. Allo stesso tempo, anche un eventuale possibilità di ripescaggio in B, si assottiglia drasticamente.

 

 

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