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False sottoscrizioni, clientele e favoritismi. Ai domiciliari Mundo, sindaco di Trebisacce

Le sottoscrizioni illecite di "Io resto in Calabria", il riconteggio dei voti delle precenti regionali, il "Project Financing" dell'autostazione, l'auto comunale al servizio personale e i fatti del torrente Pagliara al vaglio degli inquirenti

Una storia di false sottoscrizioni, piccole clientele e favoritismi. Il sindaco di Trebisacce , Francesco Mundo, è stato assegnato agli arresti domiciliari per ordine del pm Luca Primicerio della procura di Castrovillari, con varie e gravi accise contestate a conclusione di mirate indagini condotte nell'ultimo anno dalla Guardia di finanza di Sibari.

Il provvedimento cautelare emesso dal Gip di Castrovillari ha interessato pure due dipendenti del comune di Trebisacce, Antonio Tufaro e Michele Calvosa, indagati per aver aiutato il primo cittadino a raccogliere fittiziamente le firme necessarie e proporre la propria candidatura alle elezioni regionali del 2020 nella lista "Io resto in Calabria". Elezioni nelle quali Mundo non ebbe successo e che tentò in qualche modo di rimettere in discussione proponendo ricorso al Tribunale Amministrativa per ottenere il riconteggio dei voti pur sapendo che la sua stessa candidatura non aveva i crismi della regolarità perché sostenuta da firme di sottoscrizione non reali. I due dipendenti comunali sono stati sottoposti a interdizione dall'esercizio delle proprie funzioni. Gli indagati sono complessivamente 18 tutti raggiunti da avviso di garanzia. I provvedimento sono stati notificati dai finanzieri del tenente colonnello Giuseppe Maniglio e del colonnello Danilo Nastase.

Le indagini: il Project Financing dell'autostazione

Le indagini trovano origine dagli accertamenti espletati dalle Fiamme Gialle nell’ambito della procedura di gara in “Project Financing”, relativa all’aggiudicazione del contratto di concessione, di progettazione, costruzione e gestione dell’autostazione di Trebisacce, in occasioni dei quali sono emersi indizi di reità nei confronti di alcuni degli indagati, tra cui proprio il Sindaco, al tempo candidato all’elezione del Presidente della Giunta Regionale e del Consiglio Regionale della Calabria nel gennaio 2020.

Le sottoscrizioni illecite di "Io resto in Calabria"

I militari della Guardia di Finanza hanno accertato, in occasione delle ultime elezioni regionali, illiceità nella raccolta delle sottoscrizioni necessarie per raggiungere il quorum indispensabile alla dichiarazione di presentazione della lista circoscrizionale di candidati “Io resto in Calabria”, Circoscrizione Elettorale Nord, a sostegno di Pippo Callipo Presidente della Regione Calabria.

In particolare, il candidato si è adoperato al fine di reperire un maggior numero possibile di sottoscrizioni nella circoscrizione elettorale di competenza, raccogliendo illecitamente, senza la presenza del pubblico ufficiale autenticante, oltre 200 sottoscrizioni di elettori (alcuni dei quali inconsapevoli) e impiegando, solo in un secondo momento, un dipendente dell’Ufficio elettorale del Comune al fine della fittizia autenticazione. Ciò ha consentito di raggiungere il quorum necessario per la presentazione della lista.

Il riconteggio dei voti

Le attività delegate hanno permesso di acclarare come il Primo Cittadino, successivamente alla competizione elettorale (nella quale è risultato il primo candidato non eletto), abbia individuato e ricercato soggetti compiacenti, tutti oggi iscritti nel registro degli indagati, al fine della sottoscrizione di dichiarazioni sostitutive di atto notorio, nelle quali i dichiaranti avrebbero attestato falsamente di aver assistito allo scrutinio delle schede, in alcune sezioni ricomprese nelle circoscrizioni dei comuni di Paola ed Amantea, rappresentandone la verificazione di irregolarità. Dichiarazioni successivamente allegate al ricorso (dichiarato poi inammissibile dal giudice amministrativo) che il Sindaco di Trebisacce ha presentato al T.A.R. Calabria al fine di ottenere, illegittimamente, un provvedimento che disponesse nuovamente il conteggio dei voti e la sua proclamazione a Consigliere Regionale.

L'auto comunale al servizio personale

Al fine di predisporre l’istruttoria necessaria al ricorso e per ulteriori esigenze esclusivamente personali (anche quelle relative all’esercizio della sua professione di Avvocato), il Sindaco ha utilizzato, in molteplici occasioni, l’autovettura del Comune, distraendola dalla prevista destinazione per finalità istituzionali e impiegando illecitamente, quale autista, un dipendente dell’Ente (componente del suo staff), il quale, in assenza di permesso e senza timbrare l’uscita ed il rientro, ha indotto il Comune in errore circa la sua presenza sul luogo di lavoro, percependo indebitamente la retribuzione per ore di lavoro di fatto non effettuate.

I fatti del Torrente Pagliara

Nel corso delle ulteriori indagini, sono emersi, altresì, gravi indizi di reato nei confronti del Sindaco relativamente ad una vicenda concussiva: il primo cittadino, infatti, al fine di favorire un privato che occupava, abusivamente, una porzione demaniale del Torrente Pagliara di Trebisacce, abusando della qualità di Sindaco e dei poteri connessi alla carica, ha costretto il direttore dei lavori pubblici affidati dal Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini dello Jonio Cosentino, relativi alla regimazione del Torrente e rinforzo degli argini, a deviare il tracciato dei lavori rispetto a quello previsto in progetto, minacciandolo, fra l’altro, che, se non lo avesse fatto, avrebbe bloccato con Ordinanza i lavori.

26 provvedimenti di sequestro, 18 indagati

A tal fine, sono tuttora in corso di esecuzione 26 provvedimenti di sequestro, relativi ad altrettanti lotti, da parte dei Carabinieri Forestale del NIPAAF, supportati dai militari delle Stazioni CC Forestali di Acri, Castrovillari, Corigliano, Rossano, Oriolo e San Sosti, al fine di debellare il fenomeno delle occupazioni abusive che insiste prepotentemente sui terreni demaniali del Torrente Pagliara. 18 sono i nominativi iscritti nel registro degli indagati a cui, a vario titolo, le Fiamme Gialle di Sibari hanno notificato l’Informazione di Garanzia, per le ipotesi di reato di peculato, concussione, truffa a danno di Ente locale, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e formazione e/o uso di schede e atti falsi disciplinati dal Testo Unico delle Leggi per la Composizione e la Elezione degli Organi delle Amministrazioni Comunali, destinati alle operazioni elettorali.

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